In una nuova intervista, il Vescovo Athanasius Schneider rende chiaro che la correzione privata [qui], da parte del papa, della sua dichiarazione ufficiale di Abu Dhabi secondo la quale la “diversità delle religioni” è “voluta da Dio” – correzione privata che lui stesso ha ricevuto da Papa Francesco il 1° marzo – non è sufficiente. La dichiarazione di Abu Dhabi “è ancora valida” e pertanto, afferma Schneider, “si sta proclamando un nuovo Vangelo, un Vangelo che non è quello insegnato dal Verbo Incarnato di Dio e che è stato fedelmente predicato dagli Apostoli e tramandato alla Chiesa”.
“Non c’è alcun dubbio”, spiega Schneider, “che San Paolo si esprimerebbe oggi così a proposito della formula controversa contenuta dalla dichiarazione di Abu Dhabi: ‘Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!’ (Ga 1, 8)”.
Papa Francesco ha firmato il controverso “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” con Grande Imam Ahmad el-Tayeb ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019.
“A oggi, né il papa né alcun ufficio della Santa Sede che parli a suo nome ha fatto una correzione pubblica con riferimento esplicito ai passi dubbi concernenti la ‘diversità delle religioni’” contenuti nella dichiarazione di Abu Dhabi, spiega Schneider in un’intervista a Gloria.tv. “Pertanto”, egli conclude, “la formula riguardante la diversità delle religioni è ancora valida”.
Nell’intervista, il Vescovo Schneider fornisce ulteriori dettagli sui vari sviluppi relativi alla sua discussione con Papa Francesco sulla dichiarazione di Abu Dhabi.
Egli ribadisce che la correzione datagli dal papa durante un’udienza il 1° marzo è solo di “carattere privato”, e spiega che lo stesso giorno egli ha consegnato al papa una lettera chiedendogli di “revocare” l’affermazione sulla “diversità delle religioni”.
Il 5 marzo Papa Francesco ha risposto via lettera al Vescovo Schneider affermando che nel documento di Abu Dhabi l’espressione “è voluta da Dio” si riferisce alla “volontà permissiva di Dio”.
“Pertanto, il 25 marzo ho scritto un’altra lettera personale”, racconta Schneider. In quella lettera egli ha chiesto al papa di ripetere “pubblicamente a tutta la Chiesa” quanto gli aveva detto e scritto in privato, “perché la confusione sulla verità del fatto che la fede in Gesù Cristo come unico Redentore dell’umanità è l’unica religione direttamente e sicuramente voluta da Dio cresce quotidianamente nella Chiesa”. (Ci si chiede come potrebbe reagire il Grande Imam Ahmad el-Tayeb a una tale correzione della dichiarazione di Abu Dhabi.)
Alla domanda se Papa Francesco abbia parlato esplicitamente della “volontà permissiva di Dio” a proposito della diversità delle religioni durante l’udienza generale del 3 aprile e se il papa non abbia in questo modo “rimosso il problema”, il Vescovo Schneider replica: “Con questa formula Papa Francesco non fa un riferimento diretto al passo alquanto discusso della dichiarazione di Abu Dhabi”.
Inoltre, afferma il prelato, egli non menziona alcun insegnamento esplicito che affermi che la fede in Gesù Cristo “è l’unica religione sicuramente voluta da Dio”.
Il Vescovo Schneider riferisce che Papa Francesco gli ha inviato di persona una copia dell’affermazione fatta durante l’udienza generale del 3 aprile.
Ma aggiunge che anche se questa dichiarazione del 3 aprile può essere considerata un “piccolo passo avanti”, si dà ancora il fatto che “la dichiarazione che è in sé scorretta e che si trova nel documento di Abu Dhabi continua a rimanere intatta senza nessuna chiara e autentica correzione proveniente dalla Chiesa” e che “si sta anzi diffondendo sempre di più insieme alla sua formulazione oggettivamente erronea”.
“Così”, afferma il Vescovo Schneider, “la verità dell’unicità di Gesù Cristo come Redentore dell’umanità e, di conseguenza, la fede in Lui intesa come unica religione voluta da Dio vengono relativizzate. In questo modo aumenta sempre di più il pericolo che l’essenza dell’intero Vangelo e, con essa, quella del depositum fidei [deposito della fede] vengano negate”.
Di fronte alla crescente relativizzazione dell’“unicità del Nostro Signore e Redentore Gesù Cristo”, spiega il prelato, è oggi ancora più importante che “l’intera Chiesa e, per primo, Papa Francesco” parlino apertamente di questo tema. “Il documento di Abu Dhabi, tuttavia, non ha aiutato la missione principale della Chiesa”.
Egli fa anche notare che il 21 febbraio 2019 il Consiglio Pontificio per il Dialogo Interreligioso ha inviato una lettera “a tutte le università della Chiesa” con l’esplicita richiesta di diffondere a tutti i livelli i princìpi contenuti all’interno del documento di Abu Dhabi. La lettera cita anche il passo controverso sulla diversità delle religioni.
Parlando delle conseguenze dell’ulteriore diffusione del documento di Abu Dhabi senza correzioni, il Vescovo Schneider sottolinea che esso “relativizzerà” ulteriormente “l’unicità del Nostro Signore e Redentore Gesù Cristo, e con essa anche l’essenza del Vangelo e della Divina Rivelazione”.
Nelle sue ultime frasi, il Vescovo Schneider esprime il suo “ardente desiderio” che ogni giorno “un numero sempre più grande di voci di vescovi, sacerdoti e fedeli si innalzi per chiedere al papa rispettosamente e con amore di correggere senza ambiguità la dichiarazione contenuta nel documento di Abu Dhabi”.
Si richiama l’articolo di questo sito pubblicato il giorno seguente alla dichiarazione di Abu Dhabi: Documento sulla ‘Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune’: come cattolici non possiamo accettarlo.