Sta per arrivare in libreria il volume Il vero volto di Don Camillo (Edizioni Ares), in cui il giornalista Fulvio Fulvi racconta la vicenda umana di Fernand Joseph Désiré Contandin, considerato in Francia fra i più grandi attori di tutti i tempi, consacrato al mondo per avere dato il volto e l’anima a Don Camillo, protagonista dell’omonima serie cinematografica dal successo senza fine.
Fernandel, ovvero Don Camillo. Don Camillo, sì, insomma, Fernandel… Sull’identificazione tra attore e personaggio sono stati spesi fiumi di inchiostro, ma in questo caso realtà e finzione si sono come fuse in un’unica identità, difficilmente distinguibile.
Eppure Fernand Joseph Désiré Contandin, questo il nome intero del protagonista del presente libro, è stato come uomo, marito e padre, ma anche come attore, molto altro rispetto al prete burbero ma santo che la saga guareschiana gli ha cucito addosso rendendo insieme imperitura la sua fama.
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Tutto comincia con il Don Camillo narrato da Giovannino Guareschi. Perché sono le sue storie che hanno disegnato il personaggio nella nostra immaginazione, ma è un solo attore che in cinque memorabili film ce l’ha reso vivo, teatrale, carnale, e anche simbolico come una moderna maschera della commedia dell’arte.
Ma chi era veramente Fernandel? Francese, simpatico, bravo… e poi? E perché fu scelto proprio lui per questo ruolo di prete schietto, uno che ama il suo gregge, fuma il sigaro, sghignazza, mena le mani e, soprattutto, dialoga con Gesù crocifisso?
I più «vecchi» se lo ricordano, oltre che nei panni del pretone guareschiano, in uno spot di Carosello in cui pubblicizzava con l’amico Cervi «un brandy che crea l’atmosfera».
Ma pochi sanno della sua lunga carriera – più di 120 film all’attivo –, della famiglia a cui era molto legato, degli amici che frequentava, dei luoghi e del cibo del Midi che amava, della fede cattolica che aveva nutrito, con la semplicità propria del popolo, sin da piccolo nella sua parrocchia nel cuore di Marsiglia.
L’autore
Fulvio Fulvi è giornalista professionista. Ha lavorato nelle redazioni dei quotidiani Il Messaggero, Il Centro, Il Mattino dell’Alto Adige e Avvenire; del settimanale Di Tutto e dei mensili Bell’Italia e Condé Nast Traveller. Collabora con diverse testate, occupandosi di spettacoli, cultura e viaggi. Ha pubblicato i volumi Poliziotti senza paura: Stelvio Massi e il cinema d’azione (2010), Il desiderio nasce dallo sguardo. Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme (2012), Maurizio Merli. Il poliziotto ribelle (2014). È coautore in volumi collettivi sui film di Don Siegel, sul nuovo polar francese, sulla serie televisivia degli anni ’70 Qui Squadra mobile. Nel 2012 è stato direttore artistico del B-Movie Festival di Milano.