«Ciao Michele, sono Papa Francesco». Bergoglio ha chiamato Michele Ferri direttamente al cellulare, che l’uomo aveva indicato in coda alla sua lettera. Mercoledì, a mezzogiorno, una semplice presentazione: “Ciao, sono Papa Francesco”. Ferri è sorpreso, disorientato, ma non ha pensato a uno scherzo: “Mi ha parlato subito della lettera che gli avevo scritto e nessuno sapeva che l’avevo indirizzata a lui”.
Mercoledì mattina, Michele era regolarmente al lavoro: “Dopo il colloquio – ha rivelato oggi – gli ho chiesto la gentilezza di chiamare mia mamma, perché alla fine quella lettera l’avevo scritta anche per lei, per darle speranza e così ha fatto, dopo che gli ho dettato il numero di casa”. “Naturalmente l’ho avvisata prima – ha aggiunto – per non correre il rischio che pensasse a uno scherzo”.
“Il Papa è stato gentilissimo – ha detto ancora Michele – e anche questa è una sua dote, insieme a una grande umanità. Anche a mia mamma ha detto che si è commosso nel leggere la mia lettera”. “
Alla fine gli avrei voluto chiedere tante altre cose – ha aggiunto -, ma avevo la mente completamente vuota, non riuscivo a formulare alcun pensiero”. Secondo Michele Ferri, “questo Papa è particolare, ha qualcosa in più, rispetto ai suoi predecessori, senza voler togliere nulla a coloro che lo hanno preceduto”.
“Ho sentito qualcosa di diverso e questo me lo ha dimostrato – ha detto ancora di Papa Francesco – Certo lui non ha bisogno di questa pubblicità: la gente sa già quello che è e ciò che fa”.
Rispondendo a una domanda su come la sua famiglia si sente dopo la telefonata di Bergoglio, Michele ha detto che il Papa “sa trasmettere grande serenità e ci ha dato speranza”. E la telefonata di mercoledì è “un segno che ha un po’ alleviato il nostro dolore”.
“Per tutti noi la morte di Andrea è un evento che rimarrà per sempre”, ha concluso Michele, che non si è detto pronto per il perdono per l’assassino del fratello, al quale vorrà chiedere “più avanti, perché lo ha fatto”.
Fonte: Vatican Insider