I media di tutto il mondo si stanno scalmanando per un’ammissione che, il 6 giugno scorso, Papa Francesco avrebbe fatto durante l’incontro con una delegazione di religiosi latino-americani, esattamente con la direzione dalla CLAR – Confederación Latinoamericana y Caribeña de Religiosas y Religiosos.
Il grande interesse nasce dal fatto che il Santo Padre avrebbe ammesso che in Vaticano esiste una lobby gay.
Per verificare l’attendibilità di tale ammissione siamo andati a controllare quale fosse la fonte della notizia. Si tratta del sito cileno Reflexìon e Libération, un sito cioè che, come dice il suo stesso nome, è sostenitore della Teologia della liberazione, un’ideologia già condannata dalla Chiesa Cattolica con la «Libertatis Nuntius. Istruzione su alcuni aspetti della Teologia della liberazione», emanata il 6 agosto 1984 dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede e firmata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Infatti, dopo aver affermato che la liberazione è un tema cristiano, con fondamenti sia nelle Sacre Scritture che nel Magistero della Chiesa, il documento critica la deturpazione che ne fa la TdL, considerandola esclusivamente nei suoi connotati sociali, politici ed economici.
La grande attenzione che il sito cileno mostra per Papa Francesco nasce da una serie di equivoci che i media laici stanno creando con il riferire solo alcune della frasi che egli pronuncia, tralasciando invece, non si sa quanto involontariamente, quelle in cui appare chiarissima la sua continuazione con il Pontificato di Benedetto XVI. Infatti le aperture che ha dimostrato da subito verso le difficoltà economiche e le ingiustizie politiche patite dalle classi sociali più svantaggiate non hanno nulla a che vedere con l’apertura verso una rinata Teologia della liberazione (cfr. Il Papa, la teologia della liberazione, il marxismo).
Inquadrata quindi la fonte di tali presunte dichiarazioni del Sommo Pontefice, veniamo ora ai fatti.
Il sito cileno riporta le frasi che sarebbero state pronunciate dal Papa nel corso dell’incontro e questo è il testo in originale: “(al reflejarle lo difícil de hacerse cargo de la Curia romana, y de la comisión de cardenales que lo apoyará, etc.) Y, sí… es difícil. En la curia hay gente santa, de verdad, hay gente santa. Pero también hay una corriente de corrupción, también la hay, es verdad… Se habla del “lobby gay”, y es verdad, está ahí… hay que ver qué podemos hacer…”
Proviamo a tradurlo: “(Per riflettere quanto sia difficile prendersi cura della Curia Romana, e la commissione di cardinali che sosterrà, etc.) E, sì … è difficile. Nella Curia c’è gente santa, in verità c’è gente santa. Però c’è anche una corrente di corruzione, anche c’è, è vero … Si parla di “lobby gay”, ed è vero, c’è … bisogna vedere cosa possiamo fare…”
Ammesso e non concesso che queste frasi siano state davvero pronunciate, il dire “si parla di lobby gay, è vero…” significa solo che lui ne ha sentito veramente parlare. E possiamo tranquillamente affermare che anche noi ne abbiamo sentito parlare, ma questo non significa assolutamente che crediamo ciò vero, tant’è che tali pettegolezzi non vengono mai pubblicati perché questo sito riporta solo notizie la cui veridicità sia verificata e documentata.
Sarebbe interessante sapere chi poi, fra i presenti all’incontro, si sia prestato a rendere di pubblico dominio un colloquio che aveva carattere privato perché, data la delicatezza e riservatezza degli argomenti, l’utilizzo dell’anonimato denota quale sia l’affidabilità morale dell’autore.
Possiamo solo sperare che, dopo ciò, Papa Francesco non modifichi il suo comportamento aperto e spontaneo verso tutti, popolo di Dio e suoi pastori.
Redazione La Madre della Chiesa