Il Papa all’Azione Cattolica: Gesù è gioia, portatelo dove c’è stanchezza e chiusura

Rimanete in Gesù, portatelo ovunque, gioite in Lui perché “non siete soli”: sono i tre impegni che Papa Francesco ha affidato all’Azione Cattolica italiana, nell’udienza svoltasi in Aula Paolo VI davanti a circa settemila membri dell’Associazione, che hanno concluso la 15.ma Assemblea nazionale. Siate – ha ripetuto il Papa – un’Azione Cattolica “sempre aperta” e “mai ferma”.

Aperti, mai fermi, in missione con la gioia di Gesù Risorto. Tra salve di applausi che incendiano l’Aula Paolo VI e un genuino entusiasmo, Papa Francesco chiude l’Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica italiana offrendo la sua personale interpretazione del tema del raduno “Persone nuove in Cristo Gesù, corresponsabili della gioia di vivere”.

La gioia, spiega, è una gioia da “discepoli”, che “richiede di essere interiorizzata, dentro uno stile evangelizzatore capace di incidere nella vita”:

“Anzitutto le parrocchie, specialmente quelle segnate da stanchezza e chiusure – e ce ne sono tante, parrocchie stanche, parrocchie chiuse (…) Si tratta di assumere il dinamismo missionario per arrivare a tutti, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione.

Si tratta di aprire le porte e lasciare che Gesù possa andare fuori.

Tante volte abbiamo Gesù chiuso nelle parrocchie con noi, e noi non usciamo fuori e non lasciamo uscire fuori Lui!

Aprire le porte perché Lui vada, almeno! Si tratta di una Chiesa in uscita: sempre Chiesa in uscita”.

Un dinamismo che si esprime anzitutto con un verbo solo all’apparenza statico: “rimanere”. “Vi invito – afferma Papa Francesco – a rimanere con Gesù, a godere della sua compagnia”, perché per “essere annunciatori e testimoni di Cristo occorre rimanere anzitutto vicini a Lui”.

Solo così è possibile passare al “secondo verbo”, “andare”, cioè annunciare ovunque “che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo – sottolinea il Papa – la vostra vita è cambiata”:

“Si può vivere da fratelli, portando dentro una speranza che non delude.

Ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre e spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù”.

Il terzo è un verbo dell’anima cristiana, il gioire”, l’“esultare sempre” in Gesù ed “essere – dice il Papa – persone che cantano la vita, che cantano la fede”, capaci “di riconoscere i propri talenti e i propri limiti” e che “sanno vedere nelle proprie giornate, anche in quelle più buie, i segni della presenza del Signore”.

Sempre consapevoli – soggiunge Papa Francesco – che “in questo cammino non siete soli”:

“Con questi tre atteggiamenti (…) potrete portare avanti la vostra vocazione, ed evitare la tentazione della ‘quiete’, che non ha niente a che fare con il rimanere in Gesù; evitare la tentazione della chiusura e quella dell’intimismo, tanto edulcorata, disgustosa per quanto dolce è (…) E anche evitare la tentazione della serietà formale.

Con questo rimanere in Gesù, andare ai confini, vivere la gioia evitando queste tentazioni, eviterete di portare avanti una vita più simile a statue da museo che a persone chiamate da Gesù a vivere e diffondere la gioia del Vangelo”.

Con l’aiuto di Cristo, conclude Papa Francesco, siate “occhi che sanno vedere oltre l’apparenza; orecchie che sanno ascoltare grida, sussurri e anche silenzi; mani che sanno sostenere, abbracciare, curare”.

 

Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana