“Non si può credere in Gesù senza la Chiesa”, e se i cristiani non sono “pecore di Gesù”, la loro è una fede “all’acqua di rose”. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa presieduta questa mattina nella Cappella Paolina in Vaticano. Nel giorno della memoria liturgica di San Giorgio, nel quale festeggia l’onomastico, il Pontefice ha concelebrato la Messa con i cardinali residenti a Roma, esortando ancora una volta a non “negoziare” con la mondanità.
La cronaca della celebrazione nel servizio di Alessandro De Carolis.
Voler vivere con Gesù ma senza la Chiesa è un’assurdità, aveva detto Paolo VI. “Non si può credere in Gesù senza la Chiesa”, gli fa eco Papa Francesco. È la Chiesa la madre dei cristiani, non c’è un luogo diverso dove potersi dire tali. Lo avevano compreso duemila anni fa ad Antiochia, dove per la prima volta i cristiani furono chiamati così.
E lo ha voluto rimarcare Papa Francesco enucleando tre insegnamenti dalla lettura degli Atti degli Apostoli. In essa si parla dei cristiani che, sfuggiti alle persecuzioni a Gerusalemme, si sparpagliano tra Fenicia, Cipro e Antiochia annunciando dovunque il Vangelo. “La lettura di oggi – osserva Papa Francesco al primo punto dell’omelia pronunciata a braccio – mi fa pensare che proprio nel momento in cui scoppia quella persecuzione, scoppia la missionarietà della Chiesa”.
Tuttavia, prosegue, quell’annuncio nato spontaneamente agita gli Apostoli, che quindi reagiscono:
“Ma a Gerusalemme qualcuno, quando ha sentito questo, è diventato un po’ nervoso e hanno inviato Barnaba in ‘visita apostolica’; forse con un po’ di senso dell’umorismo possiamo dire che questo sia l’inizio teologico della Dottrina della Fede: questa visita apostolica di Barnaba. Lui ha visto, e ha visto che le cose andavano bene. E la Chiesa così è più Madre, Madre di più figli, di molti figli”.
La Chiesa che, sola, genera alla fede è il secondo punto dell’omelia di Papa Francesco. La Chiesa, insiste, è “Madre che ci dà la fede, Madre che ci dà l’identità”. Ma “l’identità cristiana – chiarisce – non è una carta d’identità”:
“L’identità cristiana è l’appartenenza alla Chiesa, perché tutti questi appartenevano alla Chiesa, alla Chiesa Madre. Perché, trovare Gesù fuori della Chiesa non è possibile (…) E quella Chiesa Madre che ci dà Gesù ci dà l’identità che non è soltanto un sigillo: è un’appartenenza. Identità significa appartenenza”.
Il terzo cardine della riflessione del Papa riguarda la gioia che nasce nel cuore di chi evangelizza, la stessa sperimentata da Barnaba una volta constatato ad Antiochia che l’annuncio ispirato di quei cristiani sta facendo meraviglie. Un annuncio, ricorda Papa Francesco, che “incomincia con una persecuzione, con una tristezza grande, e finisce con la gioia”:
“Se noi vogliamo andare un po’ sulla strada della mondanità, negoziando con il mondo (…), mai avremo la consolazione del Signore. E se noi cerchiamo soltanto la consolazione, sarà una consolazione superficiale, non quella del Signore: una consolazione umana. La Chiesa sempre va tra la Croce e la Resurrezione, tra le persecuzioni e le consolazioni del Signore. E questo è il cammino: chi va per questa strada non si sbaglia”.
Al momento della conclusione, Papa Francesco torna con parole decise sull’identità della fede. “Non si può credere in Gesù senza la Chiesa”, asserisce, citando Gesù che nel Vangelo dice: “‘Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore!”:
“Se non siamo ‘pecore di Gesù’, la fede non viene. E’ una fede all’acqua di rose, una fede senza sostanza (…) E chiediamo al Signore questa parresìa, questo fervore apostolico, che ci spinga ad andare avanti, come fratelli, tutti noi: avanti! Avanti, portando il nome di Gesù nel seno della Santa Madre Chiesa e, come diceva Sant’Ignazio, ‘gerarchica e cattolica’”.
Le prime parole di Papa Francesco erano state un cordiale ringraziamento al saluto e agli auguri per San Giorgio rivoltigli all’inizio dal cardinale decano, Angelo Sodano. “Io – ha detto il Papa – mi sento bene accolto da voi”, “mi sento bene, con voi, e a me piace questo”. Dopo la Messa, a fine mattinata, anche la Banda Musicale della Guardia Svizzera ha voluto omaggiare il Papa offrendogli un concerto nel Cortile di San Damaso.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana