“Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società, l’Incarnazione del Figlio di Dio” ci invita alla speranza, ci dice che anche nei momenti difficili non siamo soli: è quanto ha detto il Papa oggi durante la Messa a Loreto in occasione dei 50 anni del viaggio nella città marchigiana di Giovanni XXIII e per raccomandare alla Vergine il Sinodo sulla nuova evangelizzazione e l’Anno della Fede.
Benedetto XVI ha affidato alla Madre di Dio le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca della pace e i problemi delle famiglie e dei giovani che guardano al futuro con preoccupazione. Circa diecimila i fedeli presenti.
Per Loreto, per le migliaia di pellegrini che ogni anno arrivano qui per pregare nella Santa Casa oggi è una giornata di festa. Sono almeno in cinquemila nella piazza antistante la Basilica e altrettanti nelle vie limitrofe al Santuario, dove sono stati allestiti due grandi maxischermi. La folla saluta con gioia il Papa quando entra nella piazza, ricalcando le orme di Giovanni XXIII che 50 anni fa arrivò a Loreto per affidare alla Vergine il Concilio Vaticano II.
Benedetto XVI si sofferma in preghiera nella canta Casa, celebra la Messa sul sagrato della Basilica, ribadendo che “senza Dio l’uomo finisce per far prevalere il proprio egoismo sulla solidarietà e sull’amore, le cose materiali sui valori, l’avere sull’essere”:
“Bisogna ritornare a Dio perché l’uomo torni ad essere uomo. Con Dio anche nei momenti difficili, di crisi, non viene meno l’orizzonte della speranza: l’Incarnazione ci dice che non siamo mai soli, Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna”.
L’umanità vede venire meno tanti punti fermi, ma nulla è perduto se si segue il Vangelo. Benedetto XVI poi si rivolge direttamente ai pellegrini: dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che siamo tutti a casa. Ed è la fede che può determinare la vera svolta della nostra vita, anche se a volte “abbiamo paura che la presenza del Signore possa essere un limite alla nostra libertà”:
“Ma è proprio Dio che libera la nostra libertà, la libera dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono di sé, dell’amore, che si fa servizio e condivisione”.
Poi il Papa mette in luce una particolarità della Santa Casa di Loreto: essa fu collocata su una strada. E questo sta a significare che “non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi”. Ed allora, ecco l’affidamento a Maria:
“In questo pellegrinaggio vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace, i problemi di tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore”.
Ma il Papa affida alla Madonna anche questo tempo di grazia per la Chiesa: tra pochi giorni infatti si apre l’Anno della fede e il Sinodo dei Vescovi. Due avvenimenti importanti che hanno come fine ultimo la nuova evangelizzazione.
Al termine della Messa, il pranzo al Centro “Giovanni Paolo II”, con il saluto agli organizzatori della visita. Alle 17.00, la partenza in elicottero da Loreto e il rientro in Vaticano dopo circa un’ora.
Alessandro Guarasci
Fonte: Radio Vaticana