Quando gli antichi druidi celtici dell’Irlanda celebravano la festa di Samhain, quando l’inverno, simbolo della morte, subentrava all’estate-vita, ecco che il mondo dei morti si poteva aprire a quello dei vivi. E gli spiriti dei defunti vagavano liberamente privi di ogni ostacolo. E tra sacrifici umani e orge rituali, celebrati in onore del principe della morte, i partecipanti a Samhain se ne andavano in giro con delle rape intagliate con dentro un lume.
È l’origine pagana della festa delle zucche, quella che oggi si chiama Halloween. Quella che negli ultimi anni ci ha assalito grazie alla macchina del business. Arriva a noi dagli Stati Uniti, che la ereditarono dai migranti provenienti dall’Irlanda a metà ‘800. Questi irlandesi, nonostante san Patrizio, e papa Gregorio III (731 d.C) che aveva istituito la festa di Ognissanti il primo di novembre, avevano continuato a festeggiare la vigilia secondo la vecchia tradizione pagana.
Oggi se ne parla all’Università Europea di Roma dove viene presentato un libro di don Aldo Bonaiuto, sacerdote della comunità fondata da don Oreste Benzi. É l’occasione anche della prima uscita pubblica di monsignor Matteo Maria Zuppi in qualità di arcivescovo di Bologna designato. L’ex parroco a Trastevere, pastore che dicono essere molto in linea con il vescovo-tipo di papa Bergoglio, interverrà in un dibattito politicamente scorrettissimo.
Su Halloween molti dicono «ma che male c’è?», mentre il titolo del libro di don Bonaiuto è tutto un programma: Halloween. Lo scherzetto del diavolo (Ed. Sempre Comunicazione). «Gli ingannevoli richiami al soprannaturale e all’orrorifico», si legge nel libro, cominciarono da subito ad affacciarsi nei party americani di fine ‘800. E senza voler scendere immediatamente nell’esoterico, bisogna rilevare che il fenomeno Halloween è cresciuto grazie a un gran giro di soldi. Dai primi party nelle case dei migranti irlandesi si è passati alle feste di strada, con gente nelle piazze, nelle scuole e, magari, giù, giù, fino a qualche bel salone parrocchiale.
Gli ingenti mezzi finanziari della macchina commerciale sono riusciti a ribaltare gli intenti di san Patrizio e papa Gregorio III, cioè hanno ripaganizzato una festa cristiana. Gli americani oggi spendono quasi 6.000 milioni di dollari per festeggiare la notte delle streghe e della zucca vuota, ma anche in Italia nel 2010 i commercianti dichiaravano una spesa di circa 400 milioni di euro per la mascherata. «Halloween ormai», come dice don Aldo, «è la parodia noir del carnevale» e i suoi valori principali «sono magia, orrorifico e soprannaturale». Magari svenduti a buon mercato dietro “innocui” simboli e simpatici teschietti.
Rispettiamo lo sforzo nobile del sacerdote della comunità di don Benzi, che con san Tommaso ricorda ai lettori che «ogni azione magica presuppone un accordo con il maligno», ma con il successo che riscuote il soprannaturale tra i contemporanei la sua rischia di essere una «vox clamantis in deserto». Eppure, tra il gusto del macabro e quello della vita, della bellezza, dell’eternità, non sarebbe difficile scegliere, anche rimanendo con i piedi piantati in terra.
Ma la festa cristiana di Ognissanti e quella della commemorazione dei fedeli defunti è una profonda riflessione sul senso della vita, traguardato con l’unica speranza seria che possiamo avere su questa terra: la Risurrezione di Gesù Cristo che ha vinto il principe della morte. Per questo, con molta sobrietà, invece, di «dolcetti e scherzetti», nei prossimi giorni sarebbe bene accompagnare i bambini sulla tomba dei vostri cari. Fategli mettere un fiore. E recitare una prece.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana