Mio caro Malacoda, perfetto, non poteva venirti meglio. Perfetta la scelta dell’argomento, perfetta la scelta del milionario moralista che la commenta. Il responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena si uccide gettandosi dalla finestra del suo studio e Gad Lerner, il cantore deluso della mancata liberazione della Lombardia, così commenta:
«Quando si toglie la vita un uomo che, sia pure non di prima fila, apparteneva alla classe dirigente investita dal discredito, a me succede di provare, insieme al disagio e alla pietà, anche il bisogno di esprimere una domanda quasi indicibile: come mai così in pochi? Come mai il povero David Rossi, certo addentro ma solo da comprimario uomo di fiducia dei vertici del Monte dei Paschi di Siena, e non invece altri?
Il suicidio come risposta al disonore appartiene, per fortuna, a culture lontane geograficamente e storicamente dalla nostra. Non siamo giapponesi né seguaci del codice cavalleresco. Ma pure quasi ogni giorno ci sono persone che si uccidono perché non sopportano l’idea di essere debitori insolventi, o perché non sono in grado di mantenere più la loro famiglia.
Invece fra i potenti l’urgenza di preservare immacolata la propria reputazione non sembra scaldare troppo gli animi. Perduto è il sentimento della vergogna? Come mai? Finisce che a rimetterci siano figure secondarie come il povero responsabile delle pubbliche relazioni Rossi, vittima di una bugia colossale in cui è coinvolta buona parte della classe dirigente di Siena».
TROPPO POCHI SUICIDI. Ha ragione Lerner. I suicidi sono ancora troppo pochi, al non c’è più “sentimento della vergogna” poteva aggiungere un “non c’è più religione”, invocando l’estremo gesto che preservi immacolata la reputazione anche per qualche cardinale, oltreché, ovviamente, per chi la reputazione, a suo giudizio, l’ha già perduta da tempo.
La promozione dell’istigazione al suicidio da reato a lavacro sacrificale non sarà un passo avanti nella storia del diritto e della civiltà, ma avrà sicuramente effetti benefici: può rilanciare l’occupazione (sai quanti posti dirigenziali si libererebbero), alleviare il problema del sovraffollamento delle carceri (10, 100, 1000 Gabriele Cagliari) e soccorrere i magistrati alle prese con l’ingolfamento dei tribunali per via delle troppe cause pendenti (la morte del reo estingue il processo).
LERNER INSEGNI A GRILLO. Però, a Lerner, che definisce la sua intemerata «una riflessione imbarazzata», devi dire di non nascondersi dietro l’imbarazzo; il coraggio delle idee va perseguito con coerenza, se non pratica, almeno logica. Ogni assunto va portato sino alle sue ultime conseguenze. “Fuori i nomi!”, gridava Pierluigi Battista ogni qual volta vedeva gli slanci morali dei purificatori di turno fermarsi a metà strada.
Lerner faccia alla nazione il grande servizio degli elenchi, categoria per categoria metta in ordine di urgenza nomi, cognomi e ruolo di chi dovrebbe togliere il disturbo. Il paese gliene sarà grato, e si potrebbe sempre, in caso di inadempienza da parte degli interessati dall’editto, trovare qualcuno che si appresti alla bisogna. Giuseppe Grillo da Genova ha lanciato il monito: «Se falliamo noi violenza in strada»; Lerner gli telefoni e gli suggerisca come meglio indirizzare quelle energie democratiche pronte a dilagare. Tu vedi che tutto vada a buon termine.
Tuo affezionatissimo zio Berlicche
articolo pubblicato su Tempi.it