Anche i Boy Scout d’America aprono le porte ai gay. Solo ai membri, per ora, e non ancora a capi scout ed educatori. Con una concessione, però, che stravolge alla base l’impianto valoriale del loro tradizionale codice etico, fatto di lealtà, obbedienza e riferimenti alla famiglia.
VOTO DEL CONGRESSO. A Grapevine, Texas, si è appena concluso il Congresso nazionale del movimento dei Boy Scout d’America (Bsa), che ha registrato la presenza di circa 1.400 delegati. Il Congresso è stato preceduto da una lettera di Wayne Perry, il presidente nazionale, che ha invitato tutti i delegati a riflettere sul tema dell’orientamento sessuale dei membri relativamente alle politiche di affiliazione al mondo Scout e di accesso ai gradi adulti (“leadership”) dell’associazione.
La sua proposta di risoluzione è anche quella approvata dal Congresso con il 60 per cento dei presenti: ora è specificato che «a nessun giovane può essere negata l’affiliazione ai Boy Scout d’America sulla base dell’orientamento sessuale o delle sue personali preferenze». Si precisa, però, che i criteri per accedere al livello adulto – quello dei capi scout, per intendersi, che hanno responsabilità educative verso i più piccoli – rimangono invariati.
FRONTE DEL NO. Un sondaggio interno al movimento condotto online dai Boy Scout D’America dimostra, però, che la maggioranza è favorevole all’esclusione dei gay dai ranghi degli scout: il 61 per cento contro un 34 per cento favorevole all’inclusione.
DOVERE VERSO DIO. Da sempre, ai ragazzi che vogliono entrare e a tutti i giovani scout in itinere, l’associazione chiede semplicemente di sottoscrivere e rispettare i valori contenuti nel giuramento, nella legge scout e nella Dichiarazione di dovere verso Dio. Mentre un ragazzo che aspiri ad entrare nel grado adulto degli Scout «deve essere in possesso di quelle qualità morali, educative ed emozionali che i Boy Scout d’America ritengono indispensabili per garantire una leadership positiva sui più giovani».
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