« I 5Stelle stanno morendo, ma hanno vinto » di Romano l’Osservatore

Il fatto di politica italiana che domina questa prima settimana dell’anno, e dominerà le prossime, è certamente l’implosione del Movimento 5 Stelle. Non passa giorno senza la notizia di uno o più abbandoni da parte di parlamentari che non condividono più la linea politica o semplicemente non vogliono più pagare il pizzo a Casaleggio. Non passa giorno senza la notizia di una o più espulsioni da parte di un vertice sempre meno riconosciuto come tale.

Le file parlamentari del Movimento si assottigliano costantemente e pericolosamente, soprattutto al Senato dove la maggioranza è più debole. E ormai ci sono illustri fuoriusciti che lavorano esplicitamente per costruire altri gruppi politici scissionisti, e tra questi, forse, due pezzi da novanta come  Di Battista e Paragone.

Insomma M5S si sta sgretolando, perde pezzi e consensi e non si vede chi possa fermarne l’emorragia, tra un Di Maio sempre meno riconosciuto e un Grillo sempre più assente.

Se fosse un organismo vivente, si direbbe che il Movimento sta morendo. Il M5S sta in effetti morendo, e quello che vediamo è solo il protrarsi di una lunga agonia.

Eppure sarebbe inutile cercare le cause di questo esito di morte, semplicemente perché ciò cui abbiamo assistito in questi 20 mesi dalle elezioni del 4 marzo 2018 non è la sconfitta, ma la vittoria dei 5 Stelle.

Il movimento muore perché ha vinto, ha permeato di sé le strutture e la stessa cultura della società italiana.  Ha vinto, e ora muore perché ha esaurito la sua funzione e dunque può scomparire, non serve più.

Non ci credete? Osservate soltanto un piccolo elenco di ciò che M5S ha imposto in poco più di un anno dei suoi due governi. A un paese in difficoltà per l’indebolimento della domanda interna ha tolto anche la leva della realizzazione delle opere pubbliche già finanziate e cantierizzate.

Ha bloccato un gasdotto internazionale che non ha impatto ecologico ma porta solo benefici economici soprattutto al Sud. Sempre al Sud ha messo in fortissimo dubbio il più grande centro siderurgico europeo, lanciando per di più un messaggio devastante agli investitori internazionali.

Si è opposto alle estrazioni petrolifere nel mare Adriatico, regalando quelle grandi riserve e tutti i vantaggi ai paesi ex-jugoslavi e senza togliere nessun rischio alle coste italiane. Insieme alla Lega ha creato Quota 100 e il Reddito di cittadinanza, dissipando miliardi di euro senza creare un solo posto di lavoro.

Ha abolito la prescrizione e inventato un nuovo tipo di ergastolo a danno non di condannati definitivi ma di processati a vita.

Ma soprattutto il M5S ha vinto perché la sua (in)cultura ha trionfato e ha permeato di sé gli altri partiti e gran parte delle istituzioni e strutture della società. Ha imposto la cancellazione di 1/3 dei parlamentari senza alcuna riforma di accompagno e tutti (tutti!) i partiti gli sono andati dietro.

Ha stretto un patto d’acciaio con la parte più giustizialista e illiberale della magistratura, e ha lanciato offensive giudiziarie e delegittimanti un po’ contro tutti, cosicché oggi non sono molti i cittadini che possono sentirsi realmente sicuri.

Ha ottenuto l’appoggio della radiotelevisione pubblica e di molti programmi di quella privata, di tutti i talk show, delle professioni, dell’intellettualità.

L’Italia si è grillizzata nel popolo e nelle classi dirigenti, nel modo di pensare, di scrivere e di valutare gli avvenimenti della vita sociale e internazionale, e nelle regole della vita pubblica.

È come se uno tsunami devastante si fosse abbattuto sull’Italia e sui suoi abitanti, e non solo uno tsunami fisico ma uno tsunami morale, intellettuale, di pensiero, che ha colpito tutti noi.

Ora l’onda si sta placando, si sta ritirando. Ha fatto quello che era nella sua natura, ha distrutto tutto quello che doveva distruggere, non ha più nulla da fare, sta rientrando nel suo mare.

 

P.S. Mi accorgo di avere scritto: ”lo tsunami del grillismo ha colpito tutti noi”. Questo pone una domanda in più: è vero che un po’ di grillismo ha preso anche noi, anche me? Quanto di grillismo è penetrato in me , quanto vi è rimasto? Forse è il caso di dire, come quel tale: non temo solo il grillismo in sé, temo il grillismo in me. Diventa urgente un’opera di purificazione colossale.

 

La Nuova Bussola Quotidiana