Una statua di un’indigena nuda e incinta adorata abusivamente come Nostra Signora delle Amazzoni, un rito sincretistico fatto di avemarie, danze e girotondi tribali, un martirologio con attivisti marxisti come Chico Mendes. Il tutto sotto gli occhi di Gesù nel tabernacolo della chiesa. Il segretario del Sinodo ha detto che durante l’assise panamazzonica non ci saranno affatto “riti” pagani. Ma forse il cardinal Baldisseri non aveva ancora visto quanto andato in scena martedì e mercoledì scorso non distante da lui.
Precisamente nella chiesa di Santa Maria in Transpontina dove si è svolto un rito completamente alieno alla fede cattolica. Proprio a due passi dal Vaticano, nella chiesa parrocchiale di via della Conciliazione che in questi giorni di Sinodo è stata letteralmente presa in ostaggio da una specie di “Fuori Sinodo”. Amazzonia Casa Comune.
Così si chiama il ricco cartellone di eventi collaterali al Sinodo in cui, tra mostre e incontri, si stanno sperimentando le più astruse liturgie – blasfeme, eretiche, sacrileghe? Giudicate voi – nel segno dell’inculturazione amazzonica.
Il parroco si chiama fuori: “Non so, io ho dato solo l’ospitalità. Ci sono dei responsabili del Sinodo che intrattengono rapporti con la stampa”, ci spiega padre Massimo Brogi. Chiediamo un parere sui riti pagani di questi giorni: “Mah… riflettono la loro cultura…”.
Sicuro che non ci sia qualcosa di più? E’ quello che la Nuova BQ ha cercato di scoprire seguendo le simbologie rituali e “agiografiche” di un cristianesimo che non è più tale, ma è stato fagocitato da quel tribalismo che secoli di evangelizzazione delle Americhe avevano cancellato.
E Santa Maria in Traspontina è un po’ il cuore di queste iniziative che hanno come centro lei, la statuetta della donna indigena, nuda e incinta, portata in processione in San Pietro e “adorata” nei giardini vaticani su cui in tanti si sono interrogati.
Ha rifatto la sua comparsa anche martedì nel corso di una paraliturgia documentata da Aci prensa in un reportage unico e inquietante.
E’ lei la nuova divinità: un po’ Pocahontas sulla canoa, un po’ “Venere di Chiozza”, simbolo di fertilità, ma dai lineamenti amazzonici e decisamente più sexy. Un idolo, portato in processione anche questa volta e nobilitato con l’appellativo mariano di Nossa Senhora de Amazonas.
Peccato che in Amazzonia, ma nemmeno in tutto il Brasile, non esista una Madonna venerata con questo nome. E se anche fosse – tentativi sono stati fatti, per concorso – non avrebbe certo queste fattezze.
“E’ un idolo inventato, ovviamente non c’entra nulla con la Madonna – ci spiega Julio Loredo di Tradicion Familia y Propiedad, che gestisce il puntuale blog di informazione sul Sinodo, esperto conoscitore del Brasile e della cultura latinoamericana -.
In realtà non si tratta neppure di un rito amazzonico, dato che ce ne sono a centinaia, tutti diversi e con lingue incomprensibili anche tra una tribù e l’altra -. Quello andato in scena ha tutta l’aria di essere un para-rito a metà tra il folkloristico e il pagano. Lo dimostra il fatto ad esempio che questa specie di divinità dovrebbe rappresentare – dicono – la Pachamama, la madre terra.
In realtà quello della Pachamama è un culto Quechua, quindi delle popolazioni indio-andine e non amazzoniche. Quel che è certo, ovviamente, è che non esiste assolutamente un’iconografia del genere venerata col titolo di Nostra Signora dell’Amazzonia”.
Insomma, sembra proprio che il rito pagano (nella foto @AciPrensa) in realtà non sia altro che una “pagliacciata” folkloristica, una specie di specchietto per le allodole per invasati dal gusto etnico ai quali far bere la sensazione di trovarsi nel bel mezzo della foresta pluviale.
Un po’ come i gladiatori che sostano davanti al Colosseo che fa tanto effetto impero romano. Stavolta però l’effetto – tra il kitch e il comico – è di quelli pagani, perché quella di via della Conciliazione è pur sempre una chiesa, con il tabernacolo e il Santissimo Sacramento presenti.
Una chiesa che in questi giorni continua la sua vita normale dovendo condividere gli spazi con i nuovi ospiti della Rete Ecclesiale Panamazzonica (REPAM).
Nella puntuale ricostruzione di Aci prensa, tradotta qui da La Fede Quotidiana, si nota come a queste simbologie rituali con adorazione di oggetti come canoe, priapi equatoriali o bombillas da mate, si inframmezzino anche preghiere cristiane.
Come è il caso dell’Ave Maria recitata attorno alla statuetta che – c’è da scommetterci – sarà portata ancora a lungo nel corso del Sinodo in giro come una “Madonna Pellegrina”, avendo già occupato lo spazio sacro della Basilica di San Pietro dove il 5 ottobre è entrata addirittura in processione sostenuta da due vescovi.
Nella chiesa non ci sono solo riti alternativi e “divinità” amazzoniche posticce. Ci sono anche i nuovi martiri, come ad esempio Chico Mendes e anche a lui è dedicata la commemorazione periodica che verrà fatta in questi giorni. Accanto a foto per la liberazione dell’Amazzonia compaiono anche immagini di donne Indios che allattano volpi, a significare che il Creato è un tutt’uno, e immagini di liberatori della causa Amazzonica chiamati martiri ma che con il cristianesimo non avevano nulla a che spartire.
Nuovi riti, nuove “Madonne” create ad hoc e senza alcuna traccia di devozione, nuovi martiri. La Chiesa dal volto amazzonico si presenta piuttosto come un prodotto da laboratorio, frutto delle direttive dell’Instrumentum laboris, più che un esito inculturato di un seme cristiano che, immesso nella cultura primigenia, ha portato a un culto e a una cultura cattolica.
Della natura diabolica di queste credenze abbiamo già detto. Ma il peggio deve ancora arrivare. E arriverà oggi stesso con una messa molto speciale, inserita nel calendario dell’evento.
E’ la celebrazione di una Misa por la Tierra Sin Males, creata nel 1979 e già condannata dalla Santa Sede. Veniva “celebrata” in Brasile nell’ambito della Teologia india e oggi sarà di nuovo riproposta nella chiesa di Santa Maria in Transpontina in un trionfo di rivendicazioni anticolonialiste e senza alcunché di cattolico.
Anzi, si chiede perdono per il battesimo imposto agli Indios come un marchio impresso nel corpo e si loda la terra che è stata saccheggiata.
Si tratta dunque di una messa blasfema in cui il battesimo viene bestemmiato e definito come il “marchio del bestiame umano”, ci spiega Josè Antonio Ureta della Tfp francese.
Piccola coincidenza di calendario: oggi è il 12 ottobre, data della scoperta dell’America. Ed è anche la data in cui la Chiesa festeggia Nossa Senhora de Aparecida, la Madonna brasiliana per antonomasia. Ma ormai, si è capito, si guarda ad altre divinità.