Papa Woityla potrebbe essere acclamato santo il prossimo 20 ottobre: è stato infatti riconosciuto da parte della commissione dei teologi della Congregazione per le Cause dei Santi il secondo miracolo di Giovanni Paolo II, compiuto dopo la beatificazione. Alla proclamazione del pontefice polacco manca solo l’assenso definitivo da parte della commissione di cardinali e vescovi del dicastero e l’approvazione finale di Papa Francesco.
Con il secondo miracolo riconosciuto, la strada verso la santità di Papa Giovanni Paolo II appare spianata e la canonizzazione è sempre più vicina. Quel che è avvenuto alla morte del Pontefice quando le folle osannanti scandivano nella gremita piazza San Pietro “Santo subito” e ostentavano enormi striscioni invocando l’immediata beatificazione, a distanza di otto anni, con grandi anticipazione rispetto ai tempi “canonici”, si sta avverando e Giovanni Paolo II si confermerà un santo molto amato dalla gente, grazie anche ad un miracolo, in grado di «stupire il mondo».
La consulta medica della Congregazione delle cause dei santi nel mese di aprile aveva riconosciuto come «inspiegabile» la guarigione di una donna, ottenuta per intercessione di Giovanni Paolo II.
Una seconda donna, dunque, miracolata dal Papa polacco, visto che anche nel suo primo miracolo ufficialmente riconosciuto la persona guarita dal morbo di Parkinson (lo stesso di cui ha sofferto Giovanni Paolo II) era una donna, una suora francese suor Marie Simon-Pierre (delle Piccole Suore delle Maternità Cattoliche, nata nel 1961). Secondo la testimonianza della religiosa, la guarigione per intercessione del pontefice è avvenuta la sera del 2 giugno 2005, quando lei aveva 44 anni.
In gennaio il postulatore della causa, monsignor Slawomir Oder, aveva presentato per un parere preliminare una presunta guarigione miracolosa alla Congregazione vaticana per i santi, avvenuta appunto il primo maggio 2011, proprio il giorno in cui il Papa polacco venne proclamato beato.
Le procedure canoniche prevedono il riconoscimento di un secondo miracolo, che deve essere avvenuto dopo la cerimonia di beatificazione. Il nuovo caso è stato esaminato da due medici della consulta vaticana: entrambi hanno riconosciuto il miracolo.
Il dossier con le cartelle cliniche e le testimonianze è stato presentato ufficialmente al dicastero e discusso da una commissione di sette medici, la consulta presieduta dal dottor Patrizio Polisca, cardiologo di Giovanni Paolo II, medico personale di Benedetto XVI e ora di Papa Francesco.
Anche la consulta medica ha dato parere favorevole, il primo via libera ufficiale da parte del Vaticano, e ha definito dunque «inspiegabile» la guarigione attribuita all’intercessione del beato Karol Wojtyla.
La Commissione dei Teologi ha approvato il secondo miracolo di Giovanni Paolo II, che era stato già riconosciuto lo scorso aprile dalla Consulta Medica. Dovranno pronunciarsi (probabilmente all’inizio di luglio) i cardinali e vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi e, quindi il decreto sarà portato alla firma di Papa Francesco, che in un prossimo concistoro ordinario pubblico potrebbe annunciare la data.
«Le ipotesi più accreditate», secondo Saverio Gaeta, vicedirettore del settimanale dei paolini “Credere” e biografo di Giovanni Paolo II, «sono due: il 20 ottobre, cioè alla vigilia della festa del beato, che ricorda l’inizio del suo Pontificato il 22 ottobre di 35 anni fa, oppure il 24 novembre, cioè nel giorno di chiusura dell’Anno della Fede».
Una volta approvato il miracolo anche da parte di teologi e cardinali, Papa Francesco potrà scegliere altra data, tenendo in considerazione i grandi problemi organizzativi che comporta la canonizzazione di un Papa che ha segnato la storia recente del nostro secolo e che costituisce un evento mondiale, come già avvenuto in occasione della beatificazione il primo maggio 2011, solennità della Divina Misericordia, a sei anni e un mese dalla morte.
L’ipotesi di una proclamazione di santità per ottobre è comunque accreditata da molti, ed in particolare da due cardinali polacchi: l’arcivescovo di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, che fu per decenni segretario particolare di Papa Wojtyla, e il porporato Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici.
Per la pietà popolare la canonizzazione di Giovanni Paolo II sancisce una devozione che è tanto intensa e diffusa e lo dimostrano le masse di pellegrini in preghiera sulla sua tomba nella Basilica di San Pietro.
Il suo messaggio, la sua forza, la sua rivoluzione culturale e sociale che ha portato anche al crollo del muro di Berlino e alla caduta del comunismo, ha segnato pagine indelebili di storia religiosa e civile e le sue encicliche costituiscono un monumento perenne di nuovo umanesimo.
Tra i tanti ricordi personali degli incontri con Papa Giovanni Paolo mi è rimasto impresso quello con i ragazzi in occasione del Premio della Bontà, quando nell’aula Paolo VI, mentre il gruppo degli studenti premiati si sistemava per fare la foto col Papa, tenendomi stretta la mano, che già tremava per il Parkinson, affabilmente mi ha chiesto: “Ora questi ragazzi dove vanno a mangiare?”. Domanda inaspettata da un Papa e carica di quella paternità e umanità che lo ha reso “grande” nella storia della Chiesa.
Giuseppe Adernò
articolo pubblicato su Zenit.org