Fuori i barbari dal Vaticano. E un francescano a Milano – di Sandro Magister

In Vaticano l’offensiva contro il cardinale George Pell, prefetto della segreteria per l’economia, è sempre più arrembante, e ha i suoi attori chiave nei numeri uno e due della segreteria di Stato, il cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Angelo Becciu. Il 21 aprile Pell è stato ricevuto dal papa, che l’ha chiamato due anni fa dall’Australia per ricoprire l’inedita carica e non si sa fino a quando andrà avanti a difenderlo.

Sta di fatto che i poteri di Pell sono sempre più erosi e il “rumor” diffuso ad arte dai suoi avversari è che sarà congedato appena compirà i 75 anni il prossimo 8 di giugno, nonostante il suo mandato duri fino al 2019.

Il dato politico più evidente che fa da sfondo a questa offensiva contro il cardinale australiano è il recupero di potere, in curia, della segreteria di stato e della cerchia dei diplomatici, rispetto ai “barbari” venuti da fuori e privi dei diplomi della pontificia accademia ecclesiastica.

Per i diplomatici di lungo corso che in curia occupano posizioni di peso l’età infatti non conta, a differenza che per l’abusivo Pell.

Il cardinale Beniamino Stella, ad esempio, prefetto della congregazione per il clero al posto del giubilato Mauro Piacenza, compirà anche lui 75 anni il prossimo 18 agosto. Ma nessuno mormora che lascerà il posto.

Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del sinodo dei vescovi, i 75 anni li ha già compiuti lo scorso 29 settembre. Ma è sempre lì è non si intravvede il minimo avvicendamento.

Il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del pontificio consiglio per i migranti, è già sopra i 78 anni, compiuti il 3 febbraio. Ma di congedarlo non se ne parla.

Per non dire dell’intramontabile cardinale Santos Abril y Castelló – già nunzio in Argentina molto apprezzato dall’allora arcivescovo di Buenos Aires – che lo scorso 21 settembre ha spento le 80 candeline, ma è sempre inchiodato alla presidenza della commissione cardinalizia di vigilanza sullo IOR e non è certo tra i sostenitori di Pell.

Allargando lo sguardo al mondo intero e all’età di vari famosi cardinali, anche lì non mancano le incongruenze.

Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, compirà i 75 anni il prossimo 7 novembre e viste le scortesie che Francesco gli ha più volte riservato il suo pensionamento avverrà all’istante. Luis Badilla, direttore del sito paravaticano “Il Sismografo” e con buone fonti a Santa Marta, ha già lanciato il nome del successore: il francescano Pierbattista Pizzaballa, 51 anni, bergamasco, attuale Custode di Terra Santa e sempre più nelle grazie del papa (vedi foto, con lui tra Abu Mazen e Francesco).

Ma in rapida uscita, a motivo dei 75 anni che ha compiuto lo scorso 8 marzo, potrebbe essere anche il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, colonna dell’episcopato africano e uno dei tredici della famosa lettera che all’inizio dello scorso sinodo fece infuriare il papa.

Mentre invece continuano a restare indisturbati alla testa delle rispettive diocesi, nonostante compiranno nei prossimi mesi addirittura gli 80 anni, i cardinali Karl Lehmann di Magonza, Jaime Ortega y Alamino dell’Avana e Nicolás López Rodríguez di Santo Domingo.

Un altro cardinale che valicherà quest’anno la soglia degli 80 e quindi non entrerà più in un conclave è Anthony Okogie, arcivescovo emerito di Lagos.

In Italia il cardinale vicario di Roma Agostino Vallina ha passato i 76 anni e della sua successione si fa da tempo un gran parlare e basta. Tutto tace invece sul congedo del cardinale di Ancona Edoardo Menichelli, che di anni ne compirà in settembre 77.

Fonte: Settimo Cielo