Domani, 8 ottobre, sarà letta dal Consiglio costituzionale la petizione firmata da ventimila sindaci e vicesindaci francesi perché venga riconosciuto il loro diritto di obiezione di coscienza ai matrimoni gay. L’audizione è segreta ma il quotidiano francese Le Figaro è entrato in possesso della richiesta formale dei sottoscrittori della petizione, portata avanti dal Collettivo dei sindaci per l’infanzia.
I funzionari francesi chiedono di potersi rifiutare di officiare le nozze fra omosessuali senza incorrere in pesanti sanzioni.
VENTIMILA FIRME. La petizione, firmata da ventimila sindaci e vice sindaci, non chiede l’abolizione della legge sui matrimoni gay ma soltanto che sia applicato quanto dichiarato dal presidente François Hollande al Congresso dell’Associazione dei Sindaci di Francia, 20 novembre 2012 quando disse, la legge Taubira si sarebbe applicata «assicurando però la libertà di coscienza». «L’obiezione di coscienza riguarda seri problemi etici», scrivono i sottoscrittori della petizione, «e quando una persona è costretta a compiere un atto che va contro la propria coscienza», deve avere la possibilità di astenersi.
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