Controllate pure: i principali siti internet non ne parlano o quasi. Papa Francesco torna a parlare del diavolo e i mass media, quei furbetti, scelgono, filtrano, selezionano. Col risultato che passaggi molto interessanti, anzi decisivi dei suoi discorsi – ancora pochi ma già molto significativi – vengono censurati, messi da parte, lasciati alla pignoleria e alla curiosità di chi ha la pazienza di leggerseli integralmente.
E’ successo qualche giorno fa, quando Papa Francesco ha sì invitato ad un dialogo con l’Islam ma ha pure sferrato un vibrante attacco al relativismo sulla scia di Benedetto XVI, attacco subito nascosto, ed è accaduto oggi, col suo invito a fare attenzione perché «quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili […] in questo momento viene il nemico, viene il Diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola». Non ascoltatelo – ha poi aggiunto – perché c’è Gesù da seguire, e con Lui è tutta un’altra musica.
Forte, no? Certo, il Cristianesimo è ben altro che puro timore del Maligno, ci mancherebbe. Però è anche vero che una delle ragioni dell’odierno crollo della dottrina e della riduzione dell’insegnamento cristiano a filantropia mielosa sta proprio nella rimozione del Diavolo, di quel nemico tante volte «mascherato da angelo», e conseguentemente dell’Inferno.
Perché, parliamoci chiaro, se uno – ciascuno di noi – non rischia la dannazione eterna, che diamine di senso ha impegnarsi e seguire Cristo per guadagnarsi il Paradiso? Sarebbe pura perdita di tempo. Il problema è talmente serio che negli anni passati esegeti come Hubert Haag hanno pubblicato libri fuorvianti sin dal titolo – «Addio al diavolo» – e s’è pure cercato di attribuire in tutti i modi ad un teologo del calibro di Hans Urs von Balthasar l’idea di «inferno vuoto», idea apertamente respinta dallo stesso von Balthasar (Cfr. Von Balthasar H.U. Sperare per tutti. Breve discorso sull’inferno, Jaca Book, Milano 1997, p. 123).
Morale (cattolica): il Diavolo c’è, eccome se c’è. Infatti Papa Francesco, che è un pastore vero e che tiene al destino delle proprie pecore, non teme di esprimersi chiaramente, ci ricorda il problema dei lupi e quello, ancora peggiore, del nemico «mascherato da angelo», la facile soluzione a problemi difficili, la scorciatoia, l’inganno comodo e maledetto.
Perché la sola via d’uscita, «quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili», continua ad essere Lui, Gesù Cristo, il vero Autore della speranza, che diversamente scemerebbe anch’essa in sterile ottimismo, in auspicio debole e provvisorio. Invece Gesù c’era, c’è e ci sarà.
Ed oggi c’è anche, grazie a Dio, Papa Francesco, questo pontefice che parla come un parroco di campagna: senza troppi giri di parole, con chiarezza, mettendoci in guardia anche da quei pericoli che una certa teologia mondana e salottiera ci chiede di sottovalutare. Papa Francesco, insomma, parla chiaro. Anche se i mass media, quei furbetti, fanno di tutto per nasconderlo.
Fonte: il blog di Giuliano Guzzo