“Non basta la testimonianza cristiana”, ma “è necessaria anche la parola chiara e coraggiosa” in particolare di fronte al “conformismo dominante”: è quanto ha detto stamani il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, durante la Messa nella Cattedrale di Genova in occasione dell’odierna Festa di San Lorenzo, diacono e martire, patrono della città. Parole che riecheggiano quelle di Benedetto XVI sul Santo martirizzato sotto l’Impero Romano nel III secolo. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Il cardinale Bagnasco definisce il martirio di San Lorenzo una “profezia”: il Santo diacono che amministrava i beni della Chiesa da distribuire ai poveri, non si piega di fronte agli ordini dell’imperatore Valeriano che gli chiedeva di consegnare i suoi tesori, in cambio della vita. “Ecco, questi sono i tesori della Chiesa”, risponde senza paura San Lorenzo mostrando i poveri, gli ammalati e gli emarginati che assisteva ogni giorno e a cui aveva dato quello che aveva. “Non voleva difendere le ricchezze della Chiesa – afferma il porporato – ma la libertà della Chiesa per la sua missione di salvezza”.
Il martire è una persona libera ricorda anche Benedetto XVI:
“Il martire è una persona sommamente libera, libera nei confronti del potere del mondo. Una persona libera che in un unico atto definitivo dona a Dio tutta la sua vita, e in un supremo atto di fede, di speranza e di carità, si abbandona nelle mani del suo Creatore e Redentore; sacrifica la propria vita per essere associato in modo totale al Sacrificio di Cristo sulla Croce. Con una parola: il martirio è un grande atto di amore in risposta all’immenso amore di Dio”. (Udienza generale, 11 agosto 2010)
“La Chiesa ha la missione di annunciare il Vangelo” – ha detto il cardinale Bagnasco – “una verità che è al di sopra e che precede l’autorità umana” e che obbliga i cristiani a non mercanteggiare sui principi fondamentali. Di qui la possibilità di pagare con la vita, come San Lorenzo, che viene bruciato vivo, ma senza odio nel cuore. Ancora le parole del Papa:
“Questi santi sono testimoni di quella carità che ama ‘sino alla fine’, e non tiene conto del male ricevuto, ma lo combatte con il bene (cfr 1 Cor 13,4-8). Da essi possiamo apprendere, specialmente noi sacerdoti, l’eroismo evangelico che ci spinge, senza nulla temere, a dare la vita per la salvezza delle anime. L’amore vince la morte!”(Angelus, 9 agosto 2009)
San Lorenzo viene ucciso perché l’Impero Romano riteneva la fede cristiana un pericolo per l’unità ideologica dello Stato. Se non tutti i cristiani sono chiamati al martirio – osserva Benedetto XVI – tutti però devono testimoniare la carità nella verità:
“Tutti, soprattutto nel nostro tempo in cui sembrano prevalere egoismo e individualismo, dobbiamo assumerci come primo e fondamentale impegno quello di crescere ogni giorno in un amore sempre più grande a Dio e ai fratelli per trasformare questo nostro mondo”. (Udienza generale, 11 agosto 2010)
Fonte: Radio Vaticana