«Gli animi dei musulmani sono facilmente infiammabili, anche per motivi culturali ed educativi»: così il portavoce della Chiesa cattolica egiziana Rafic Greiche ha commentato le reazioni nel mondo musulmano, cioè gli assalti alle ambasciate americane, alla pubblicazione del film demenziale “L’innocenza dei musulmani“.
Gli islamici hanno accusato gli Stati Uniti e il regista del film di essere blasfemi e di avere insultato Maometto e il Corano. Il film è stato condannato urbi et orbi, neanche una voce però si è alzata contro chi, durante le proteste al Cairo, dava fuoco alla Bibbia.
«LA BIBBIA NON ESISTE». È il caso del predicatore egiziano Sheikh Abu Islam Ahmed Abdallah, che durante le proteste al Cairo davanti all’ambasciata americana, ha bruciato la Bibbia. Denunciato in tribunale dal Centro egiziano per i diritti e le libertà, si è difeso così: «Non esiste sulla faccia della terra un libro divino chiamato Bibbia» ha detto. «Io non ho diffamato il cristianesimo, perché il termine “diffamazione” non esiste nell’islam».
«IL CRISTIANESIMO È BLASFEMO». «Io riconosco solo l’essere credente e l’essere non credente» ha aggiunto. «”Diffamazione” è un termine secolare e ciò che io riconosco del cristianesimo è che è una religione blasfema e pagana. Ecco perché ho distrutto la Bibbia, in reazione agli abusi dell’islam e del Profeta». Ahmed Abdallah ha poi detto che non ha ancora ricevuto nessuna notifica dal tribunale e che, in ogni cosa, si sottometterà al giudizio del tribunale.
Leone Grotti
Fonte: Tempi.it