L’esortazione apostolica di Papa Francesco sulla famiglia, «Amoris laetitia», «è un capolavoro», «non è un documento opinabile» ed è «magistero»: lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti nella prima conferenza stampa, a Roma, da nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). Occasione, per l’arcivescovo di Perugia, di affrontare, i più disparati temi di attualità, dal rapporto con il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo alla situazione delle popolazioni colpite dal terremoto, dalla necessità di accogliere i profughi alla pedofilia del clero, dal fine vita al Family day.
E ribadire che essere un «improvvisatore», come ha detto commentando a caldo la propria elezione, «non significa fare le cose senza pensare» ma, sulla scia di papa Francesco, è «il contrario di calcolatore». (Qui il video)
L’Amoris laetitia, contestata da alcuni cardinali che in merito al capitolo 8 e al tema dei divorziati risposati hanno pubblicamente sollevato i loro dubbi (dubia, in latino), «è un capolavoro», ha detto Bassetti incontrando la stampa a fianco dell’aula del Sinodo dove si è svolta da lunedì a oggi l’assemblea generale della Cei, «è una sintesi della dottrina della Chiesa sul matrimonio e la famiglia» ma «un passaggio va capito perché altrimenti può suscitare dubbi», ossia il fatto che «non ogni situazione irregolare è peccato mortale», come del resto già stabilisce il Catechismo della Chiesa cattolica.
«Cosa chiede il Papa? Il Papa non parla di ammissione ai sacramenti, parla di discernimento, verificare quale è la reale situazione della coppia, iniziare un cammino, anche penitenziale se necessario, e poi vedere come stanno le cose.
Chi va a fare osservazioni sbaglia: non è un documento opinabile. È magistero, come i documenti del Concilio Vaticano II, i documenti di Pio XII o di Paolo VI. E il Papa ci dice: leggete e capite».
Nella conferenza stampa che, come ha scherzato il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, rappresentava un po’ «il primo giorno di scuola» per il cardinale, prima di affrontare le domande dei giornalisti Bassetti è tornato brevemente sulle prima parole pronunciate dopo la notizia della sua nomina.
«Sono un improvvisatore perché non sono calcolatore», ha detto, spiegando di essere abituato ad agire «più spinto dall’istinto del cuore che dalle ragioni dell’intelletto, a buttarmi», il che non vuol dire che «faccio le cose senza pensare» ma che, evangelicamente, segue l’indicazione del Signore che «raccomanda di cogliere i segni dei tempi».
Quanto al «crepuscolo della vita» nel quale il Papa lo ha chiamato a guidare la Cei, «il tramonto è una cosa bellissima», ha detto, e «prepara un nuovo giorno».
Bassetti, 75 anni, ha detto di essere partito per Roma «confidando – ha scherzato – sulla mia giovane età», di avere accolto la propria elezione nella terna alla prima votazione e la successiva scelta del Papa con «sgomento», e di essere stato poi rinfrancato dall’affetto dei vescovi e del Pontefice.
Seguendo le indicazioni del quale, in particolare quelle contenute nella meditazione che Francesco ha affidato ai vescovi prima di un confronto a porte chiuse, lunedì sera, Bassetti intende puntare a una «conversione pastorale» della Chiesa, che trova una bussola nell’espressione «ospedale da campo» utilizzata dallo stesso Papa e preconizzata sessanta anni fa da una espressione analoga usata da don Primo Mazzolari, la Chiesa come una «ambulanza» che soccorre i feriti. Don Mazzolari, che come don Lorenzo Milani, don Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira sono stati indicati come esempi e punti di riferimento dal Neopresidente della Cei.
Bassetti ha affrontato diverse questioni di attualità, sia politica che ecclesiale, nel corso della conferenza stampa. Gli abusi sessuali sui minori, che avvengono «anche in famiglia», sono «una situazione preoccupante», ha detto, ma «non partiamo da zero».
«Mia nonna, che era analfabeta, diceva: i bambini non si toccano, sono sacri», ha sottolineato Bassetti, ma la Chiesa «ha fatto e sta facendo molto» in linea con «le direttive della Santa Sede»: se poi c’è «qualche smagliatura, non è colpa di nessuno, ma l’importante è che noi vescovi siamo vigili e attenti».
Il cardinal Bassetti ha lasciato al sottosegretario della Cei la spiegazione circa il calo, da 1.018.842 euro a 986.070 registrato dal 2016 al 2017 in merito alle somme derivanti dall’otto per mille alla Chiesa («A scuola andavo bene in tutte le materie tranne che in matematica»).
A chi domandava quale posizione avrà la sua Cei nei confronti del movimento cinque stelle, «la Chiesa postconciliare dialoga con tutti», ma un conto, ha spiegato, è la politica con la «p» minuscola che riguarda i partiti, che la Chiesa rispetta, un altro conto è «quella con la “P” maiuscola, che pensa al bene comune, al bene di tutti. Come Chiesa continueremo a impegnarci fino in fondo su questo aspetto della politica».
Nei confronti dei profughi «il discorso è complesso», ha detto Bassetti, ma la Chiesa, coerentemente con il racconto biblico, «ha sempre accolto i bisognosi, chi è profugo va accolto.
Capisco che l’Italia fa parte di un contesto più ampio che si chiama Europa e che l’Europa fa parte di un contesto più ampio che si chiama mondo e che da soli siamo impotenti», ha detto Bassetti soffermandosi, in particolare, sul progetto della Cei «liberi di partire, liberi di restare»: «C’è l’impegno della Chiesa nell’accoglienza, ma anche nel rispetto delle regole necessarie», ha detto l’Arcivescovo di Perugia, sottolineando che «in questi giorni assistiamo a scene che i nostri occhi mai avrebbero avuto vedere, il Mediterraneo trasformarsi in una immensa tomba di nostri fratelli».
Quanto alla ricostruzione post terremoto, occorre «accelerare il più possibile gli interventi non tanto per la ricostruzione, che sono complessi, ma per garantire un’abitazione alle persone», assicurando anche spazi per la religiosità collettiva, ha detto Bassetti.
E ancora, sul lavoro: «Guardiamo ai giovani con il cuore di pastori e la prima preoccupazione è che nessuno rubi ai giovani la speranza».
A chi domandava un commento sulla legge sul fine vita, e in generale ai «valori non negoziabili», Bassetti ha detto che le persone in stato di malattia terminale meritano «amicizia, vicinanza, affetto» e «se una persona capisce di essere un valore per gli altri è più difficile togliersi la vita, che è sempre un atto estremo e non dovuto».
Quanto alla legislazione, «dovrebbe tenere più in conto il parere del medico».
Bassetti non ha risposto direttamente a chi domandava una valutazione sui Family day passati e sul prossimo previsto in autunno, sottolineando, però, che «la Chiesa è molto chiara, continua a proporre la sua dottrina, ma entra in dialogo con il mondo di oggi: non ho paura del dialogo, ma del pressappochismo, perché – ha spiegato – per dialogare bisogna essere solidi nei propri principi».
Tra le decisioni prese dall’assemblea della Cei conclusa dalla conferenza stampa del cardinale Bassetti, il nuovo direttore generale della fondazione Migrantes, che succede al neovescovo di Ferrara Giancarlo Perego, è don Gianni de Robertis della diocesi di Bari.
Fonte: Vatican Insider
NOSTRO COMMENTO
Oltre a quanto affermato in conferenza stampa, va ricordato il suo giudizio favorevole alle unioni civili, omosessuali compresi, che espresse in varie interviste quando era in discussione il ddl Cirinnà.
Quindi possiamo concludere che il nuovo presidente della Cei è perfettamente allineato con la conduzione personalistica e liquida di questo pontificato, di cui condivide il pensiero fluido e accomodabile alle esigenze del politically correct dell’assolutismo ideologico di chi governa oggi la Chiesa.
Non ha programmi, né idee, né contenuti, né obiettivi, esattamente come non li ha il mondo d’oggi: Gesù è un optional. E’ un altro yesman, un uomo di paglia che invece di prepararsi al giudizio di Dio, che a quell’età è ormai prossimo, si appresta a soddisfare le richieste del mondo, da cui riceverà solo consensi e plausi.
I suoi colleghi sono tutti concordemente soddisfatti: un altro ridanciano è entrato nella babilonia vaticana, in maggior numero sono e maggiormente silenzieranno i pochi dissidenti del pensiero unico.
Non possiamo dimenticare quanto ha detto S. Paolo (Eb 13, 9): “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine” . Noi, per quanto ci riguarda, non ci lasceremo sviare da nessuna falsa dottrina, ma ci stringeremo ancora di più a Cristo.