Previsioni a posteriori, è questa la scienza del futuro. Anzi del presente, vedendo quello che sta accadendo in questi giorni. Dunque, si sa, sta facendo un caldo micidiale, ma il gran caldo porta con sé, oltre ai noti fastidi, anche la sciagura degli esperti che sono sempre lì davanti a taccuini e telecamere per spiegarci il tutto.
Così ecco in questi giorni rispolverate vecchie glorie del catastrofismo climatico come Vincenzo Ferrara, dell’Enea, e Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di Biometeorologia (Ibimet) del Cnr, che ci dicono come questa estate – «ma più in generale le ultime stagioni» – siano «coerenti con quanto previsto per effetto del cambiamento climatico in atto.
Estati più calde e aumento degli eventi meteo estremi». Strano, perché noi ricordavamo che almeno gli ultimi tre anni l’estate – almeno al centro-nord – non fosse stata niente affatto calda. Ancor più strano perché si direbbe che il riscaldamento globale interessi soltanto l’Italia visto che l’estate che sta finendo, dalla Francia in su sarà ricordata come l’estate più brutta a memoria d’uomo.
Ma alle vecchie glorie già da tempo si sono affiancati giovani di belle speranze, come Marina Baldi e Massimiliano Pasqui, sempre dell’Ibimet del Cnr, che proprio in questi giorni hanno sostenuto dalla prima pagina del Corriere della Sera che da anni ormai le estati sono sempre più lunghe, da fine maggio a settembre, e che anche le ondate di calore si sono allungate, rendendo le condizioni insopportabili. Ma è curioso che lo dicano adesso, tempo di consuntivi, dando quasi l’idea di dover confermare stancamente quanto avevano sempre sostenuto.
Eppure prima dell’estate, tempo di previsioni, la coppia Baldi-Pasqui diceva tutt’altro. Il 10 maggio, ad esempio, spiegavano che giugno e luglio sarebbero stati nella norma. La Baldi, stavolta con Maracchi, il 17 maggio prevedeva addirittura piogge abbondanti per giugno e luglio. Poi all’inizio di giugno i modelli dell’Ibimet-Cnr danno un agosto addirittura fresco al punto che i siti di turismo consigliano di andare in vacanza a luglio ed evitare agosto. Ma come, non si stanno allungando le estati con ondate di calore fino a settembre?
Non è tutto: il 21 giugno Pasqui diventa più preciso e, dopo le abbondanti piogge di giugno, dice che «le previsioni stagionali ci danno una visione di un progressivo miglioramento con un ritorno alla normalità climatica per il mese di luglio e agosto, e con picchi di temperatura massima elevate non associate a ondate di calore particolarmente intense». Insomma tutto nella normalità.
E invece da fine giugno sono iniziate delle ondate di calore piuttosto pesanti. E allora ecco Pasqui che ci spiega come altre ondate di calore siano estremamente improbabili e anzi per l’ultima settimana di luglio sono previste piogge a partire dal Nord per poi rinfrescare tutto il resto della penisola. Come non detto, l’anticiclone delle Azzorre se ne frega di Pasqui e Baldi e va per la sua strada, tanto i ricercatori dell’Ibimet si stanno specializzando nelle previsioni di fenomeni già accaduti, molto più sicure.
Del resto non è un fenomeno nuovo, anzi c’è un precedente famoso: nel 1986, a causa di un inizio giugno con temporali e nubifragi, il colonnello Andrea Baroni, che aveva sostituito il leggendario Edmondo Bernacca come volto meteo della Rai, annunciò in tv che non solo sarebbe stata una brutta estate ma che «per almeno vent’anni le stagioni spariranno ». Pioggia di disdette nelle località turistiche, e rabbia degli albergatori perché in effetti il tempo tornò subito bello.
A bacchettare Baroni ci pensò il «pensionato » colonnello Bernacca, che ricordò all’«emotivo» Andrea che i meteorologi non sono indovini: «Non voglio fare polemiche – dichiarò alla stampa -ma qui è in ballo il prestigio della categoria. Non si possono tentare degli scoop meteorologici per farsi regolarmente smentire dai fatti». Ah, Bernacca, quanto ci manchi…
Riccardo Cascioli
Fonte: Il Giornale