I commentatori cattolici hanno recentemente mostrato tutta la loro sorpresa e il loro disappunto dinnanzi alla proposta del PdL per un matrimonio omosessuale. Concordiamo con il disappunto, ma non con la sorpresa. Infatti, in questi vent’anni di duopolio partitocratico, non abbiamo mai visto un fronte etico, ma solo uno schieramento “meno peggiore”.
La finta contrapposizione era costituita da un partito radicale amorale (il PD e soci) che chiedeva il massimo della sovversione, mentre dall’altra parte stava il PdL che, nella persona del suo padre-padrone Berlusconi, non ha mai fatto mistero di affidarsi alla maggioranza per le scelte di carattere valoriale, ovvero di propugnare il più schietto relativismo.
Lo svolgimento di questa dialettica anomala è dunque il seguente: da una parte c’è un soggetto indirizzato verso un obiettivo preciso (l’eliminazione di Dio, della Patria e della famiglia) e dall’altra un soggetto che accetta di andare dove lo vogliono “i tempi e il sentire comune”.
L’esito non può che essere uno solo: la propaganda, gli schiamazzi e le spudorate richieste del radicalismo preparano gli animi al mutamento, cosicché esso viene concesso poco alla volta, perché in linea con quella che sembra la normale concezione della maggioranza.
E poiché ogni concessione etica determina una nuova percezione della morale comune, essa prepara il terreno per la concessione successiva, innescando così un circolo vizioso che non può essere arrestato.
Chi avesse visto nel PdL un baluardo di sostegno ai principii etici ha preso un formidabile granchio: tale partito infatti ha costituito sì un freno alla distruzione dei valori tradizionali, ma un freno che ha agito solo sui tempi e sui modi, mai sui contenuti.
Tuttavia non si può negare che la proposta Galan (più Bondi, Capezzone, Prestigiacomo e soci) rappresenti una discontinuità rispetto a quanto espresso finora dal PdL e qui intervengono le teorie della cospirazione.
Il principio del “rasoio di Occam” (filosofo e frate francescano del XIV sec, n.d.r.) asserisce che, a parità di fattori, la spiegazione più semplice è da preferirsi.
Se ora consideriamo la situazione attuale, per cui improvvisamente e simultaneamente in tutte le democrazie occidentali compare l’urgenza per l’approvazione di leggi sul matrimonio omosessuale, a onta di problemi ben più gravi come la terribile crisi economica, il fatto che ciò sia accaduto “per caso” non è la spiegazione più semplice.
E, a maggior ragione, il fatto che queste leggi, che riguardano una sparuta minoranza di interessati, vengano imposte anche con la forza contro la maggioranza dissenziente (come in Francia) non trova la spiegazione più semplice nella “volontà popolare e sovrana”.
È molto più semplice ammettere l’esistenza di un’entità decisionale, capace di influire efficacemente sulla politica e sull’opinione pubblica (la quale opinione pubblica non è ciò che pensa la gente, bensì quel che i giornalisti raccontano di ciò che pensa la gente), piuttosto che accettare che proprio ora e in ogni dove, compresi gli schieramenti politici opposti, si sia manifestata spontaneamente l’urgente volontà di avallare le nozze sodomitiche.
Come si debba chiamare tale entità non ha importanza. Filosoficamente la si potrebbe identificare con le centrali di pensiero gnostico, storicamente la si potrebbe assimilare alla Massoneria, politicamente alle forze “democratiche” internazionali.
Ma senza voler fare strani esercizi di fantasia per compilare improbabili organigrammi, occorre riconoscere che esistono dei nuclei di potere in grado di imporre ordini del giorno ai parlamenti e alle grandi testate giornalistiche e forse, anche qui, la spiegazione più banale di come questi potenti possano dettare le agende alle redazioni televisive e cartacee è che ne sono proprietari.
La storia, a posteriori, ha saputo decifrare la causa di certi “moti spontanei e simultanei” nell’attività di minoranze organizzate: fu il caso delle rivoluzioni politiche del 1848 o delle rivoluzioni culturali e sessuali del 1968.
Occorre prendere atto che siamo nel mezzo di un fenomeno perfettamente analogo e una riprova dell’esistenza di consimili organizzazioni, impegnate a modificare gli eventi, viene niente di meno che dal Papa, che ha ammesso l’esistenza di una lobby gay in Vaticano.
Perciò vorrei chiedere scusa a tutti coloro che sono stati denigrati e presi in giro per aver creduto al fatto che molti eventi spacciati per casuali o spontanei non lo fossero per niente.
Scusa a coloro che vengono definiti “complottisti” rovesciando il senso delle parole, dato che il termine, a rigor di dizionario, designa chi partecipa a un complotto e non chi lo denuncia, ma che la programmazione neurolinguistica (la celebre “neolingua” orwelliana) è riuscita a inculcare come termine usuale.
Anzi vorrei chiudere con una citazione assai “complottistica” dal diario di Clotilde Bersone, che getta una luce inquietante, ma estremamente illuminante, anche sulla recente “svolta” del PdL.
L’autrice sta parlando delle elezioni francesi del 1882, in cui i candidati di punta della Massoneria furono sonoramente sconfitti, e afferma: “In realtà la Loggia continuava a contare tra i membri del suo consiglio una gran parte di ministri influenti, di membri dell’ufficio delle due camere, delle grandi commissioni e dell’alta finanza […] La maggior parte dei capi, anche nell’opposizione, o erano già acquisiti a noi, o erano invischiati in nostro favore con dei sussidi e con segreti ben poco onorevoli. […]
Il preteso Popolo sovrano, le Camere e il Governo sono perpetuamente manovrate da una cricca che ha in mano tutti i fili. Invano gli onesti, i cattolici, la destra raddoppiano le loro probabilità; la partita è regolata da prima […] Chi non ha toccato col dito questo meccanismo segreto della storia contemporanea, non ne troverà mai una spiegazione plausibile.
Esso solo … fa comprendere come, dieci volte, prima di questa data e poi, una maggioranza parlamentare della cosiddetta reazione non è riuscita, in fin dei conti, che ad affermare il potere nelle mani dell’anticlericalismo e del radicalismo apparentemente vinti.” (Da “L’eletta del dragone” Ed. Segno, pp. 243- 244)
Più chiaro di così…