Nella sua
lectio divina al convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, il Papa ha inserito un riferimento alla nozione patristica di
pompa diaboli. Ricordando che nella Chiesa antica la seconda delle rinunce battesimali era «Rinunciate alla pompa del
diavolo?», il Papa ha spiegato che «la pompa del diavolo erano soprattutto i grandi spettacoli cruenti, in cui la crudeltà diventa divertimento, in cui uccidere uomini diventa una cosa spettacolare». Potremmo ritenere che parlare di
pompa diaboli sia oggi anacronistico: i combattimenti dei gladiatori non ci sono più, mentre norme di sicurezza via via più attente tutelano l’incolumità di sportivi, attori e animali.
Tuttavia, a parte il fatto che, sotto l’ipocrisia che domina nel discorso pubblico, anche oggi prosperano circuiti più o meno clandestini basati sulla consumazione della violenza come spettacolo, quella che viene chiamata in causa dal richiamo del Papa è la nostra percezione “mediatica” della realtà. Ogni giorno, infatti, la nostra conoscenza del mondo si forma non solo nell’esperienza diretta di esso, ma piuttosto nella separazione che i media ci consentono e ci impongono.
Vicinissimi a ciò che guardiamo (le cose talvolta si vedono addirittura meglio) ma radicalmente distanti (dopotutto non siamo lì), convinti di essere invulnerabili e non responsabili di ciò che vediamo, inorriditi ma ambiguamente attratti da tutto il male del mondo sciorinato davanti ai nostri occhi, non somigliamo forse all’antico fruitore degli spettacoli che vede morire a pochi metri da sé il gladiatore sconfitto?
Prosegue il Papa: «oltre a questo significato immediato della parola “pompa del diavolo”, si voleva parlare di (…) un modo di vivere, nel quale non conta la verità ma l’apparenza, non si cerca la verità ma l’effetto, la sensazione, e, sotto il pretesto della verità, in realtà, si distruggono uomini, si vuole distruggere e creare solo se stessi come vincitori».
È sotto gli occhi di tutti quanto questa tendenza si sia rafforzata nel mondo contemporaneo. Per questo, nota ancora Benedetto xvi, «questa rinuncia era molto reale: era la rinuncia ad un tipo di cultura che è un’anti-cultura, contro Cristo e contro Dio. (…) Essere battezzati significa proprio sostanzialmente un emanciparsi, un liberarsi da questa cultura (…) Una cultura che non cerca il bene, il cui moralismo è, in realtà, una maschera per confondere, creare confusione e distruzione». Pompa diaboli è il mondo intero, quando viene ridotto a spettacolo.
Leonardo Lugaresi
Fonte: L’Osservatore Romano