Per definizione il diavolo è quella «invisibile potenza personale che dirige le forze del male in lotta con i disegni di Dio e a danno dell’uomo». «Quando pecchiamo, noi cadiamo sotto l’impero del diavolo – scrive S. Gerolamo – ed egli non ci dà mai riposo, ma ci spinge continuamente ad aggiungere delitto a delitto, finché se ne formi una montagna»
Il demonio si trova dappertutto e sempre cerca di perderci. Il demonio gira nell’aria, nell’acqua, sulla terra, nell’inferno… « I nostri persecutori, dice Geremia, vincono nella corsa le aquile, ci tengono dietro su per i monti, ci tendono imboscate nei deserti » (Lament. IV, 19).
Essi sono in un attimo dovunque loro vogliono, solo per permissione di Dio; vanno più rapidi del pensiero; vedono tutto senza essere veduti; intendono tutto senza farsi scorgere. Basti dire che il demonio è sempre in giro in cerca di preda: «Circuit quaerens quem devoret».
Questo andare e venire che il demonio ci va facendo intorno indica:
1° che egli è vagabondo e instabile, poiché abbandonando Dio col peccato, ha perduto la fermezza dello spirito. Egli che voleva sedere sul trono dell’Onnipotente, è condannato ad errare sempre, a non posare mai, neppure nell’inferno. Egli non godrà mai né riposo, né sonno.
2° Denota l’ira e l’insaziabile brama di nuocere, che lo rode;
3° le astuzie, le scaltrezze, le finzioni e gl’inganni suoi. 4° Principe del mondo, egli percorre il suo impero;
5° Cerca e va annusando come un segugio;
6° I suoi giri mostrano la sagacia delle sue esplorazioni; 7° Trae i peccatori a compiere il cerchio delle loro iniquità, affinché cadano allora nel cerchio dell’eternità infelice …
Malizia e scaltrezze del demonio. Il demonio, nota S. Cipriano, è chiamato serpente, perché come il serpente striscia e s’insinua insensibilmente e nasconde il suo avanzare per ingannare.
Così grande è la sua astuzia, così fini e scaltre le sue arti, che fa cambiare la notte col giorno, il giorno con la notte, il veleno col rimedio; spinge alla disperazione sotto pretesto di speranza, alla diserzione simulando di condurre alla fedeltà; presenta al nostro culto l’Anticristo sotto il nome di Cristo. Di questo modo, sostituendo alla verità la menzogna, arriva a far scomparire la verità.
Del resto, già S. Paolo ammoniva i Corinzi che Satana si trasforma in angelo di luce per sedurre (II Cor. XI, 14).
La malizia, la scaltrezza, gli artifizi di Satana in ciò principalmente si manifestano: 1° che osserva i luoghi meno muniti e difesi, come dice S. Gerolamo; 2° che non presenta mai all’uomo, come notava già il Crisostomo, il peccato in modo scoperto, ma sempre travestito e camuffato, non si avventa d’un salto, ma cammina pian piano, s’infiltra inosservato per le fessure finché sommerge interamente tutto.
Per far cadere nel peccato si nasconde, poiché così laido e schifoso e orribile è il suo aspetto, che se si mostrasse come è, non lo avvicinerebbe nessuno.
Egli cela la bruttezza del peccato, di quel peccato che, figlio di Satana, è lurido, sporco, orribile come suo padre; egli dà al peccato l’apparenza ed il nome di dolcezza, di fiori, di felicità, e anche di virtù.
Nasconde l’amo del peccato, e soprattutto della voluttà, affinché restiate presi a quest’ago pungente e mortifero, mentre gustate i piaceri fallaci e avvelenati.