Critica il brano ‘Bacia il diavolo’, parroco punito dal Vescovo

BataclanHa detto una verità scomoda. Per questo è stato punito. Non dai detrattori, bensì dai suoi superiori. Domenica 29 novembre, chiesa della Santissima Trinità a Wisembach, nei Vosgi: il parroco, mons. François Schneider, nel corso dell’omelia, ha parlato degli attentati avvenuti a Parigi sedici giorni prima. Precisando come, a suo giudizio, lo spettacolo musicale in corso al teatro Bataclan, prima dell’irruzione dei terroristi islamici, fosse «ispirato da satana».

Queste parole sono state immediatamente riferite al Vescovo, mons. Jean-Paul Mathieu, alla guida della Diocesi di Saint-Dié. Il quale ha, a sua volta, ordinato al suo prete di presentare pubblicamente le proprie scuse, sempre nel corso della S. Messa.

Cosa che mons. Schneider ha regolarmente fatto, lo scorso 20 dicembre: al termine della funzione liturgica, ha fatto «auto-critica» e letto un comunicato, che l’agenzia Riposte Catholique ritiene scritto dallo stesso Vescovo, comunicato in cui ha espresso rammarico circa l’accaduto alla quarantina di fedeli presenti, allibiti per l’accanimento mediatico scatenatosi contro il loro parroco.

Secondo il quotidiano Vosges Matin, le autorità, tramite la Prefettura, sarebbero addirittura intervenute per far sì che il sacerdote venisse colpito da sanzioni: «Qui si vuole mettere il morso al Cristianesimo e renderlo asettico!», hanno commentato.

La notizia ha suscitato prevedibilmente grande sconcerto. Molti coloro che hanno espresso a mons. Schneider il proprio sostegno per iscritto. Al giornale locale è giunta una lettera dei parrocchiani, in cui si legge: «È un buon sacerdote e lo abbiamo sempre apprezzato. Ciò che sta attraversando non cambia minimamente il nostro giudizio. A criticarlo, è chi non viene quasi mai a Messa».

In sua difesa si è levata anche la voce di Emmanuel Delhourne, responsabile dell’organizzazione «Cristiani in politica» di Parigi, che ha dichiarato: «Quanto da lui detto è vero. I testi delle canzoni del gruppo Eagles of Death Metal [quello esibitosi sul palco quel terribile 13 novembre…-NdR] sono ispirate al satanismo».

Il giornalista Yves Daoudal sente puzza di regime in tutto quest’episodio. Anche Riposte Catholique scrive: «La dittatura marxista-leninista non si ferma, finché il nemico di classe non venga ridotto in briciole, annientato».

Così ecco l’annuncio del Vicario generale della Diocesi: «Il nostro primo obiettivo era che mons. Schneider facesse questa dichiarazione. Ora ci si ritroverà, per esaminare ulteriormente la vicenda. E’ troppo presto per dire qualcosa».

Lasciando presagire che, per loro, la questione non sia affatto conclusa. Innanzi tutto, un sacerdote della Mosa, estremamente attivo nel campo della musica metal, dovrebbe tenere presto un intervento nella sua parrocchia, quella della Santissima Trinità, per una sorta di “rieducazione” collettiva. Poi si vedrà.

Che la Chiesa amasse autodemolirsi sino a questo punto, neppure gli avversari più accaniti avrebbero potuto sperarlo. Per la cronaca: al momento dell’attentato gli Eagles of Death Metal (nella foto, poco prima della sparatoria) stavano cantando la canzone dal titolo «Bacia il diavolo», che ripete ossessivamente le seguenti strofe: «Chi amerà il diavolo? Chi canterà la sua canzone? Io amerò il diavolo e la sua canzone! Chi bacerà la lingua del diavolo? Io bacerò il diavolo sulla sua lingua!».

Parole, che non necessitano di eccessivi commenti. Di certo, non da educande o da sagrestia. A voi il giudizio. (M. F.)

Fonte: Corrispondenza Romana