“L’Eucarestia sorgente della missione: nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro” è il titolo della conferenza che il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha tenuto martedì 7 giugno presso la Sala Quadrivium di Genova. L’iniziativa è stata organizzata dalla diocesi di Genova ed è inserita nell’ambito del percorso di preparazione al congresso eucaristico nazionale che si svolgerà dal 15 al 18 settembre nel capoluogo ligure. Il card. Sarah è nato ad Ourous, nell’arcidiocesi di Conakry, in Guinea, il 15 giugno 1945 da una famiglia cattolica.
Ha ottenuto la licenza in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e una licenza in sacra scrittura presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Il 13 agosto 1979 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato, a soli trentaquattro anni, arcivescovo metropolita di Conakry. Il 23 novembre 2014 papa Francesco lo ha nominato prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. È membro della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e del Pontificio consiglio della giustizia e della pace.
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“Vorrei invitare me e voi tutti a rinnovare il nostro amore verso Gesù Eucaristia e a volere rinfocolare il nostro spirito di adorazione verso l’Eucaristia consacrata, il pane della vita eterna che è anche il pane del nostro cammino sulla terra e l’alimento che ci sostiene nell’impegno missionario quotidiano”.
Ad affermarlo il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, nella relazione che ha pronunciato ieri pomeriggio a Genova in preparazione al Congresso eucaristico che si terrà a metà settembre nel capoluogo ligure.
“Abbiamo bisogno del Signore – ha detto ancora il cardinale – e questo particolarmente in un momento come oggi, nel quale siamo chiamati a evangelizzare un mondo occidentale che desidera vivere come se Dio non esistesse, e i cristiani stessi danno l’impressione di vivere in uno stato non solo di apostasia silenziosa ma ufficiale e legalizzata con il tentativo di far prevalere una antropologia senza Dio e senza Cristo”.
Cerchiamo di celebrare la Santa Messa con pietà, emozione, sacralità e timore filiale di Dio – ha aggiunto – adoriamo la presenza di Gesù e il suo sacrificio personale per noi che si rinnova nella Santa Messa.
Riceviamo con fede e amore questo sacramento”. Infatti, “solo il rinnovamento, la fede e la devozione eucaristica potranno, molto più di tante altre iniziative, pure lodevoli, fare rinascere i nostri cuori e di conseguenza negli animi dei nostri contemporanei la nostalgia di Dio di cui il mondo ha tanto bisogno.
“Non possiamo tenere per noi l’amore che celebriamo nel sacramento eucaristico” perché “ci chiede per sua natura di essere comunicato a tutti”. Così il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, nella relazione che ha pronunciato ieri pomeriggio a Genova in un incontro organizzato dalla diocesi di Genova in preparazione al Congresso eucaristico che si terrà a metà settembre nel capoluogo ligure.
“Ciò di cui il mondo ha bisogno – ha affermato – è l’amore di Dio e incontrare Cristo e credere in lui” e “l’Eucaristia non è solo fonte e culmine della vita della Chiesa, lo è anche della sua missione” perché “una Chiesa autenticamente eucaristica è una Chiesa missionaria”. Infatti, “dove la fede è vera e zelante, viene spontaneo comunicare agli altri questa gioia”.
“Senza cristiani che evangelizzano, senza missione – ha proseguito Sarah – il Signore non può raggiungere tanti che lo cercano” tanto che “nel mio recente volume intitolato ‘Dio o niente’ ho sottolineato che se nella mia famiglia abbiamo potuto credere in Cristo ed essere battezzati, e se io ho potuto avere la gioia immensa di essere sacerdote, lo dobbiamo tutto, dal punto di vista umano, alla generosità, alla dedizione, al sacrificio di alcuni missionari francesi che vennero ad evangelizzare il mio piccolo villaggio in Guinea permettendo a tante anime di abbandonare la religione animista e di abbracciare la vera fede in Cristo. Senza la loro missione io non sarei qui”.
“Ma – ha concluso – possiamo dire che nessuno di noi sarebbe qui perché anche chi è nato in terre di antica e antichissima presenza della Chiesa ha potuto credere ed essere battezzato solo perché anche in questa epoca ci sono cattolici missionari, che evangelizzano e vivono fedelmente e pienamente il Vangelo di Gesù Cristo”.
Fonte: Agenzia SIR