Una data già storica quella del 12 marzo 2013, che segnerà domani l’inizio del Conclave: 115 i cardinali chiamati ad eleggere il secondo Papa, dopo Joseph Ratzinger, del Terzo Millennio: il 266.mo Pontefice della Chiesa cattolica apostolica romana. Ma cosa accadrà prima dell’atteso annuncio “Habemus Papam”?
“Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”: così i 115 cardinali elettori al momento del voto, a partire, se lo vorranno, da domani pomeriggio.
Tutto è pronto nella Cappella Sistina per ospitare l’evento: i porporati raccolti nella Cappella Paolina del Palazzo apostolico, cantando il Veni Creator vi si recheranno in processione alle 16.30, accompagnati da prelati, cerimonieri e dalla Cappella musicale pontificia.
Sotto le volte michelangiolesche del “Giudizio Universale”, pronunceranno il giuramento di fedeltà alla Chiesa, di difesa dei diritti spirituali e temporali e della libertà della Santa Sede, e di segretezza assoluta su tutto quanto attiene l’elezione del Pontefice.
A questo punto, il maestro delle Celebrazioni liturgiche, mons. Guido Marini, pronuncerà l’extra omnes, il “fuori tutti”, che non riguarderà lo stesso mons. Marini e il cardinale non elettore, Prospero Grech, che terrà la seconda meditazione ai porporati. Entrambi poi lasceranno la Sistina assieme a mons. Marini.
Sigillata la porta di accesso alla Cappella Sistina, i cardinali potranno procedere al primo scrutinio segreto o rimandarlo al giorno dopo, quando le votazioni saranno due al mattino e due alla sera, al termine delle quali – intorno alle 12 e alle 19 – le schede saranno bruciate in due stufe, originando dal comignolo posto sul tetto della Cappella Sistina le fumate nere o bianche a seconda dell’avvenuta elezione o meno.
Se l’elezione avvenisse nel primo scrutinio del mattino o del pomeriggio, l’orario della fumata bianca sarebbe senz’altro anticipato tra le 10.30-11 e le 17.30-18.
Se a tutto giovedì, dopo 12 o 13 votazioni, non si sarà raggiunta una maggioranza di due terzi, ovvero 77 voti su 115, vi sarà una pausa – massimo 24 ore – di preghiera e di libero colloquio ed una esortazione spirituale del cardinale protodiacono Jean Louis Tauran.
Quindi, se necessario, altre 21 votazioni, con pause di preghiera e riflessione ogni sette. Giunti al nono giorno – dopo 33 o 34 scrutini senza esito – si procederà al ballottaggio tra i due cardinali con maggior consensi, che non voteranno e dovranno comunque raggiungere la maggioranza stabilita.
Quando il voto andrà a buon fine: il neoeletto Papa dovrà accettare e scegliere il nome. Solo a questo punto vi sarà la fumata bianca che precederà l’”Habemus Papam”, l’annuncio del cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran, dalla Loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro, dove si affaccerà dopo aver indossato i paramenti papali il nuovo Vicario di Cristo.
Fonte: News.Va