Roma (AsiaNews) – Sacerdoti e fedeli dell’Hebei aspettano con ansia il ritorno dei loro vescovi e sacerdoti scomparsi da anni nelle mani della polizia. Dal 1mo gennaio 2013, la loro speranza di rivedere i loro pastori, alcuni detenuti senza alcun processo da 15 anni e più, ha anche basi legali. Dall’inizio di quest’anno, infatti, è stata varata una riforma del codice penale che, almeno nelle intenzioni, vuole “rispettare e proteggere i diritti umani”.
Per questo, ad esempio, le nuove leggi affermano che nessuno dovrebbe essere costretto ad autoaccusarsi e che l’arresto dovrebbe avvenire basandosi su prove “ottenute in modo legale”, ossia non attraverso tortura.
La legge garantisce anche che il sospettato deve poter avere da subito rapporto con un avvocato entro 48 ore dalla sua richiesta; che ai parenti del sospettato si deve comunicare il caso e il luogo di detenzione; che nel periodo di detenzione devono essere garantiti una dieta adeguata e il tempo di sonno dovuto. Infine, che la polizia non può incarcerare una persona senza alcuna accusa per non più di sei mesi.
Un sacerdote dell’Hebei ha detto ad AsiaNews che con queste nuove regole, varate nell’era di Xi Jinping, mons. Giacomo Su Zhimin, vescovo sotterraneo di Baoding (a ds nella foto), 80 anni, scomparso nelle mani della polizia da 15 anni, dovrebbe poter tornare a casa. I suoi familiari che ogni anno, nell’anniversario del suo sequestro, domandano alla polizia il luogo in cui è detenuto il loro parente, da quest’anno potranno finalmente avere una risposta diversa da quella ricevuta in passato (“Non lo sappiamo!”).
C’è speranza “legale” anche per mons. Cosma Shi Enxiang, 90 anni, vescovo sotterraneo di Yixian (a sin. nella foto). Sequestrato dalla polizia e detenuto senza processo dal 2001, in base alle nuove leggi dovrebbe poter tornare alla sua famiglia e alla sua dinamica diocesi.
Speranze anche per tutti i sacerdoti arrestati e condannati senza processo a lavori forzati: lo scorso anno AsiaNews ne ha elencati almeno sei. Fra questi, la personalità più di spicco è certo p. Giuseppe Lu Genjun, vicario generale della diocesi sotterranea di Baoding (Hebei), scomparso dal 17 febbraio 2006 nelle mani della polizia. I suoi fedeli aspettano il suo ritorno. Ad AsiaNews dicono: “Se anche non verrà liberato, e questo sarebbe ingiusto, secondo la nuova legge ci devono dire almeno dove è recluso e garantirci il diritto di andare a visitarlo”.
Altre personalità ecclesiali non condividono l’entusiasmo di questi fedeli dell’Hebei. Essi fanno notare che nelle nuove leggi non si afferma l’indipendenza del potere giudiziario dal Partito comunista, che rimane così il gestore di ogni regola. E ricordano che nel 2004 vi è stato l’emendamento della costituzione, per includere la frase sul “rispetto e la protezione dei diritti umani”. Ma da allora nulla è cambiato.