La polemica su ciò che avviene nelle folli notti delle discoteche sta infiammando l’estate italiana e sembra che, da un momento all’altro, i locali della movida sfrenata siano diventati il male assoluto. Per un paio di giorni, ovviamente. Il problema delle discoteche è però piuttosto pressante e induce a una riflessione, in quanto esse sono luoghi in cui la gioventù italiana distrugge il proprio fisico e la propria mente, disperde i propri anni migliori e, dettaglio non da poco, rovina la vita di chi gli sta attorno.
In primo luogo, i fiumi di droga che scorrono in quei locali, uniti a quelli di alcool, appaiono uno strumento piuttosto efficiente del sistema per mettere a tacere coloro che prima o poi potrebbero risvegliarsi e ribellarsi.
Il vero e proprio oppio dei popoli che serve a rimbecillire una larga fetta di popolazione giovanile, che mentre si dimena e si avvelena accetta di tutto, non accenna a reagire e probabilmente non vuole neanche reagire.
Un esercito di zombie che con sguardo vacuo vaga in mezzo a una musica assordante che, anche nel caso in cui non ci si drogasse, provvede comunque a rovinare la psiche delle vittime della repressione musicale.
La droga poi fa il resto, creando danni irreparabili negli schiavi del terzo millennio e finanziando le mafie di tutto il mondo, foraggiandone il traffico di droga.
Un altro aspetto orripilante delle notti discotecare, che ne fa il vero e proprio tempio del Demonio, è la promiscuità sessuale, con annesse malattie veneree di ogni tipo, che notte dopo notte diventa sempre più irrefrenabile.
Ragazze che si fanno possedere da partner occasionali di cui non vedono neanche il volto e ragazzi che non sanno neanche cosa fanno e spargono il loro seme ovunque capiti senza ritegno.
Il tutto concluso in code chilometriche dalle ginecologhe di guardia nei pronto-soccorsi, che si ritrovano a prescrivere fiumi di pillole del giorno dopo (dunque potenzialmente abortive) a sedicenni con postumi di sbronze inimmaginabili che non sanno di rovinarsi il fisico assumendo un farmaco pesantissimo, magari più di una volta al mese.
Dunque, le notti in discoteca sono momenti di abbrutimento generale, dove ci si rotola nel proprio e altrui vomito, si sta male fino alla sera dopo, ci si riduce ad uno stato animalesco.
Ogni notte decine di zombie finiscono all’ospedale ubriachi fradici e in coma etilico, con il cuore che scoppia per una pasticca di acido oppure vittime di coltellate sferrate da qualcuno che ha totalmente perso i freni inibitori.
In molti casi le serate finiscono all’obitorio. Qualcuno si droga troppo e ci rimane secco, altri prendono una macchina e ammazzano se stessi e gli altri. Creando lutti e dispiaceri in chi, come genitori, parenti e amici, si ritrova suo malgrado a guardare in faccia la dura realtà del divertimento del terzo millennio.
Una sagra di peccato e morte e senza fine, baccanali senza ritegno in cui i giovani perdono la loro anima. Tanti pinocchi che attratti nel Paese dei Balocchi ne escono rovinati per sempre, quando ne escono.
Di fronte a quanto descritto, sembra ormai chiaro che le discoteche non portino niente di buono alla nostra società e creino solo disordine sociale. Vanno chiuse il prima possibile e dimenticate in fretta.
Francesco Filipazzi
articolo pubblicato su Campari & De Maistre