Cattolici di Hong Kong ai vescovi del mondo: Fermate il possibile accordo fra Cina e Santa Sede

Pope-ChinaAccademici, avvocati, attivisti per i diritti umani chiedono che la Santa Sede esiga più garanzie di libertà nelle nomine dei vescovi e per la libertà religiosa nel Paese. Scetticismo verso la Cina di Xi Jinping. “Affrettarsi per un risultato immediato, facendo un passo falso, può portare a un fallimento totale”.

Hong Kong (AsiaNews) – “Un errore deplorevole e irreversibile”: così un gruppo di personalità cattoliche di Hong Kong e nel mondo definisce il possibile accordo fra Cina e Santa Sede sulle nomine dei vescovi, dato da alcuni media come “imminente”.

In una lettera aperta indirizzata ai vescovi del mondo essi chiedono loro di domandare alla Santa Sede di fermare l’accordo e di reimpostarlo con precise garanzie sulla libertà del pontefice di nominare i vescovi e con garanzie di una vera libertà religiosa per i cristiani e la società.

Fra i firmatari vi sono accademici, avvocati, attivisti per i diritti umani. Ecco il testo inviato ad AsiaNews, ritrovabile anche sul sito http://www.freecatholicsinchina.org/ e aperto alle adesioni.

 

Lettera aperta alle Conferenze episcopali cattoliche nel mondo sul possibile accordo fra la Santa Sede e il governo della Repubblica popolare cinese

Eminenza e eccellenza reverendissime,

siamo un gruppo di cattolici. Di recente, sono emerse alcune notizie che indicano che la Santa Sede e il governo della Repubblica popolare cinese raggiungeranno presto un accordo sulla questione della nomina dei vescovi, come pure sul riconoscimento di sette “vescovi” illeciti.

Siamo profondamente scioccati e contrariati. Con il nostro amore e sostegno alla Santa Madre Chiesa, noi speriamo che lei e tutte le conferenze episcopali siano attente a tali sviluppi.

Secondo l’insegnamento della Santa Madre Chiesa, i vescovi sono i successori degli apostoli, con il dovere di guidare e prendersi cura del gregge: “La Chiesa è apostolica: è costruita su basamenti      duraturi: i dodici Apostoli dell’Agnello (Apoc. 21, 14).

Essa è indistruttibile (Matteo 16,18); è infallibilmente conservata nella   verità; Cristo   la   governa   per   mezzo   di   Pietro   e   degli   altri   Apostoli, presenti nei loro successori, nel  Sommo  Pontefice  e  nel  Collegio dei   Vescovi” (Catechismo, 869).

Tutti i vescovi devono essere perciò nominati dal Successore di Pietro – il Santo Padre, il Papa. Ed essi devono essere uomini di principi morali e di saggezza. Il governo non deve giocare alcun ruolo nel processo di selezione:

il diritto di nominare e di costituire i vescovi è proprio, peculiare e di per sé esclusivo della competente autorità ecclesiastica. Perciò, per difendere debitamente la libertà della Chiesa e per promuovere sempre più adeguatamente e speditamente il bene dei fedeli, questo santo Concilio fa voti che, per l’avvenire, alle autorità civili non siano più concessi diritti o privilegi di elezione, nomina, presentazione o designazione all’ufficio episcopale” (Christus Dominus, n. 20).

Eppure, i sette “vescovi” illeciti non sono stati nominati dal papa, e la loro integrità morale è discussa. Essi non godono della fiducia dei fedeli e non hanno mai espresso il loro pentimento in pubblico.

Se essi vengono riconosciuti come legittimi, i fedeli della Cina sarebbero gettati nella confusione e nel dolore e si creerebbe uno scisma nella Chiesa in Cina.

Noi comprendiamo che la Santa Sede sia desiderosa di evangelizzare la Cina in modo più efficace.

Ma siamo profondamente preoccupati che l’accordo potrebbe creare danni irrimediabili. Il Partito comunista cinese, sotto la leadership di Xi Jinping, ha distrutto croci e chiese diverse volte, e l’Associazione patriottica mantiene il suo controllo sulla Chiesa con mano pesante.

La persecuzione religiosa non si è mai fermata. Xi ha anche chiarito che il Partito rafforzerà il suo controllo sulle religioni. In tal modo, non vi è possibilità che la Chiesa potrà godere di maggiore libertà.

In più, il Partito comunista cinese ha una lunga storia di non tenere fede alle sue promesse.

Noi siamo preoccupati che l’accordo non solo fallirà nel garantire una limitata libertà tanto desiderata dalla Chiesa, ma danneggerà pure la santità, la cattolicità, l’apostolicità della Chiesa, e sarà un attentato al potere morale della Chiesa.

La Chiesa potrebbe non avere più la possibilità di godere della fiducia della gente, e essere “come il fermento e quasi l’anima della società umana, destinata a rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di Dio” (Gaudium et Spes, 40).

Nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium, il nostro amato papa Francesco scrive:

“A volte mi domando chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi che costruiscano un popolo, più che ottenere risultati immediati che producano una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana.

… Il Signore stesso nella sua vita terrena fece intendere molte volte ai suoi discepoli che vi erano cose che non potevano ancora comprendere e che era necessario attendere lo Spirito Santo (cfr Gv 16,12-13).

La parabola del grano e della zizzania (cfr Mt 13, 24-30) descrive un aspetto importante dell’evangelizzazione, che consiste nel mostrare come il nemico può occupare lo spazio del Regno e causare danno con la zizzania, ma è vinto dalla bontà del grano che si manifesta con il tempo” (224-225).

Lo Spirito di Dio talvolta non ci permette di procedere (v. Atti 16,6). Sebbene la forza del male sia in crescita, il tempo appartiene a Dio. Mettendo la nostra fiducia nel Signore, la notte buia potrà passare. Affrettarsi per un risultato immediato, facendo un passo falso, può portare a un fallimento totale.

Sua Santità è sempre stato attento alle sofferenze dei cristiani perseguitati. Egli una volta ha detto:

“Gli ordinamenti giuridici, statuali o internazionali, sono chiamati pertanto a riconoscere, garantire e proteggere la libertà religiosa, che è un diritto intrinsecamente inerente alla natura umana, alla sua dignità di essere libero, ed è anche un indicatore di una sana democrazia e una delle fonti principali della legittimità dello Stato”.

“È per me motivo di grande dolore constatare che i cristiani nel mondo subiscono il maggior numero di tali discriminazioni. La persecuzione contro i cristiani oggi è addirittura più forte che nei primi secoli della Chiesa, e ci sono più cristiani martiri che in quell’epoca”[1].

Crediamo che la persecuzione dei cristiani in Cina addolori Sua Santità. Per questo, sollecitiamo che ogni accordo sia fondato sulla protezione della libertà religiosa e la fine della persecuzione religiosa.

Purtroppo, nuovi e rivisti Regolamenti sulle attività religiose, che permettono un maggior controllo sulle religioni, sono stati messi in atto ai primi di febbraio. Da questi non riusciamo a vedere alcuna possibilità che l’imminente accordo possa garantire che il governo cinese fermi la sua persecuzione contro la Chiesa e le sue violazioni alla libertà religiosa.

Eminenza, reverendissimo, noi speriamo che voi, i vostri fratelli e il vostro gregge continui a pregare per la comunione della Chiesa in Cina, come pure per il suo ministero pastorale. Con l’amore verso il popolo di Dio, vi chiediamo di appellarvi alla Santa Sede: Vi preghiamo, ripensate il presente accordo, e fermatevi prima di compiere un errore deplorevole e irreversibile.

Che Dio onnipotente benedica la Chiesa in Cina!

Santi Martiri della Cina, pregate per noi!

 

I primi firmatari sono professori universitari, conferenzieri, ricercatori, attivisti per i diritti umani e avvocati:

Dr. Kenneth Ka-lok Chan (Hong Kong)

Prof. Joseph Yu-shek Cheng (Hong Kong)

Mr. Yiu-leung Cheung (Hong Kong)

Dr Rodney Wai-chi Chu (Hong Kong)

Dr. Martin C. K. Chung (Hong Kong)

Mr. Yan-ho Lai (Hong Kong)

Dr. Wing-kwan Lam (Hong Kong)

Dr. Lisa Yuk-ming Leung (Hong Kong)

Mr. Kwok-ming Ma (Hong Kong)

Mr. Chit-wai John Mok (Irvine, US)

Dr. Yik-fai Tam (San Francisco, US)

Prof. Wai Ting (Hong Kong)

Mr. Yiu-ming To (Hong Kong)

Mr. Benedict Rogers (London, UK)

Mr. Patrick Yu (Northern Ireland, UK)


[1] Discorso ai partecipanti al convegno internazionale “La libertà religiosa secondo il diritto internazionale e il conflitto globale dei valori”, 20 giugno 2014.

 

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