Quando nell’ottobre del 2013 Sherko Omer (nome di fantasia per ragioni di sicurezza) è partito da Halabja, nel Kurdistan, alla volta della Siria per combattere Bashar Al Assad, pensava di unirsi ai ribelli siriani e invece si è ritrovato tra le fila dello Stato islamico. Prima di pentirsi e riuscire a scappare alla fine di febbraio ha visto le atrocità dei jihadisti a Raqqa ed è stato indottrinato secondo le regole del Califfato. Ha raccontato la sua storia a un cronista di Your Middle East.
DECAPITARE LE GALLINE. Nel campo dove è stato addestrato insieme ad altri, in Turchia, «ci si esercitava a decapitare le persone facendo pratica con le galline e altri animali. Io però non ho mai fatto cose del genere perché hanno scoperto che ero un tecnico professionista e mi hanno assegnato a mansioni tecniche, addestrandomi solo ad usare pistole e armi leggere. Non ho mai combattuto e questo è il motivo per cui alla fine mi sono salvato».
«72 VERGINI IN PARADISO». Omer spiega che durante l’addestramento i jihadisti si sono rivelati «gentili e rispettosi fornendoci cibo, vestiti e armi. (…) Ci hanno anche detto che [con il nostro comportamento] ci stavamo assicurando un posto in Paradiso». Alle nuove reclute veniva anche detto che «come martiri avremmo avuto 72 vergini ciascuno in Paradiso e avremmo potuto salvare dall’inferno molti nostri cari». Ma le donne non riguardavano solo l’aldilà: «Spiegandoci il Corano ci hanno detto che tutte le donne non musulmane che avremmo fatto prigioniere sarebbero state nostre mogli secondo la volontà di Dio».
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