Verso la fine dell’estate un gruppo di cari amici è andato a Lourdes a fare servizio agli ammalati. Io, non potendo andare con loro, ho pensato di portare un po’ di Lourdes a casa mia, e così ho estratto dalla pila dei libri da leggere la biografia di Bernadette che era posizionata al numero centosessantuno della lista d’attesa (continuo a comprarli e a impilarli, nella speranza di rompermi una o due gambe: allora finalmente potrò dedicarmi alla lettura, stesa sul divano).
Così ho scoperto che subito dopo la prima apparizione, la pastorella, poverissima e ignorante, mostrò di avere capito alcune cose che solo la Madonna poteva averle spiegato, tanto più che Bernadette non poteva andare neppure a catechismo, era analfabeta.
Come prima cosa iniziò a farsi il segno della croce con un’attenzione e una solennità tutte diverse da prima. Quando dico nel nome del Padre e del Figlio – spiegava – con le mani vado dalla testa al cuore: l’amore, che noi collochiamo nel cuore, deve essere accompagnato dalla forza e dalla razionalità.
Amare Dio con tutto il cuore e con tutta la mente. Invece il gesto di andare da una spalla all’altra significa – diceva la pastorella – avere la forza di prendere sulle nostre spalle la realtà. Sulle spalle, ma con la fiducia di chi sa che lo Spirito Santo farà per noi ciò che noi non riusciremo a portare a compimento.
In un gesto, dunque, si può esprimere il cuore della nostra fede: la misteriosa unità delle tre persone della Trinità, e la nostra partecipazione a questo mistero, che solo possiamo vagamente intuire; il nostro desiderio di essere docili alla realtà che ci viene consegnata; l’impegno di dire sì alla croce.
Una fede, dunque, che esprime insieme il desiderio di farsi carico, ma anche la fiducia di sapere, come ha insegnato la Madonna a Bernadette, che a quello a cui non arriviamo noi penserà lo Spirito Santo.
Un gesto bellissimo che nasconde dunque un tesoro di fede, tramandatoci dai santi, dai martiri, dagli apostoli, dai fratelli maggiori; un gesto da insegnare ai figli. Pensiamoci la prossima volta che lo facciamo, magari distrattamente.
Fonte: il blog di Costanza Miriano
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Nota: Come riportato al n. 55 del Manuale delle indulgenze – Norme e Concessioni – edito dalla Libreria Editrice Vaticana, il segno di croce gode della concessione dell’indulgenza parziale (alle solite condizioni) quando “devotamente si proferiscono secondo la consuetudine le parole Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo“.