Pechino (AsiaNews) – In attesa del primo discorso di insediamento di Xi Jinping, il leader della “Quinta generazione” comunista in predicato di divenire il presidente della Cina, la retorica anti-lusso e anti-corruzione portata avanti dal nuovo Segretario comunista ha preso piede nei preparativi per l’Assemblea nazionale del popolo, il “Parlamento” cinese che si riunisce una volta l’anno per approvare le decisioni prese nel corso dell’anno dal Politburo.
I delegati che arrivano nella capitale non trovano più le folle in attesa all’aeroporto, un banchetto di aragosta o pinne di squalo e un albergo di alta categoria: tuttavia, fra di loro ci sono alcuni fra gli uomini più ricchi del mondo.
Han Deyun, deputato della megalopoli di Chongqing, è deputato all’Anp da 11 anni: “In pratica non c’è più carne a colazione, mangiamo da buffet e viaggiamo con un’agenzia normale che ci ha alloggiato in alberghi di media categoria. I pasti comuni sono semplici: 4 o 5 portate, ma senza frutti di mare”. Nella colazione servita oggi ai deputati c’era zuppa di mais, riso fritto e uova.
Questo cambiamento di stile è da imputare a Xi Jinping, che dallo scorso novembre – data in cui ha rilevato il posto di Hu Jintao alla guida del Partito – ha avvertito i suoi compagni che “non sarebbe stata più tollerata la corruzione” e insieme a essa “gli eccessi del lusso”. Non si tratta di una campagna di immagini: la popolazione cinese, sempre più coinvolta nelle denunce della mala-politica, critica con voce sempre più forte lo squilibrio sociale creato dal Partito unico. Che ora teme di poter crollare sotto i colpi del popolo.
Per questo, secondo diversi analisi, il nuovo presidente cercherà proprio nel corso di questa riunione dell’Anp di sondare il terreno per trovare una nuova legislazione che possa riequilibrare la ricchezza interna al Paese. L’apertura del mercato interno promessa nei giorni scorsi – e il conseguente aumento dei salari medi – è uno dei passi in questa direzione.
I tentativi di riforma che il presidente potrebbe voler applicare nel campo della riduzione della disuguaglianza sociale rischiano però di finire in un buco dell’acqua. Fra i “deputati del popolo”, infatti, ci sono 90 milionari che faranno “di tutto” per impedire una redistribuzione del reddito interno. Secondo la lista di Hurun, società con base a Shanghai, fra i 1000 “più ricchi di Cina” lo scorso anno i deputati erano 75: si tratta quindi di un aumento del 20 %. Ognuno dei presenti sulla lista ha una fortuna personale di almeno 1,8 miliardi di yuan (289,4 milioni di dollari).
Secondo Yang Fengchun, professore associato di studi politici dell’Università di Pechino, la presenza dei miliardari “cozza” con i tentativi presidenziali di colpire la corruzione e l’esibizione del lusso all’interno del Partito comunista: “L’Assemblea nazionale del popolo ha molti ricchi industriali fra le sue file, che hanno la capacità e i mezzi per fare le leggi. È un privilegio che il resto della società non ha: la gente comune non crede che loro possano difendere gli interessi generali”.
Il membro più ricco dell’Anp – e della Cina intera – è il presidente della Hangzhou Wahha Group Co. Zong Qinghou, 67 anni, che ha una fortuna personale di 17,1 miliardi di dollari.