Erbil (Agenzia Fides) – Il Ministero degli interni iracheno ha annunciato la creazione di sala operativa congiunta di coordinamento per iniziare le operazioni militari volte a liberare Mosul e la provincia di Ninive, attualmente in mano ai jihadisti dello Stato Islamico.
L’organismo coinvolgerà gli apparati militari di Baghdad e quelli che fanno capo al governo autonomo della regione del Kurdistan iracheno.
A sancire la creazione dell’organismo è stato un vertice svoltosi a Erbil a cui hanno preso parte i ministri dell’Interno e quelli della difesa i ambedue i governi. I media iracheni riferiscono che anche l’ambasciatore Usa in Iraq Stuart E. Jones ha preso parte alla riunione ristretta.
In alcune dichiarazioni riportate dalla stampa nazionale, il premier iracheno Haydar al-Abadi ha assicurato che l’Iraq impegnerà il suo esercito nella liberazione della provincia di Ninive, come è avvenuto per la regione di Tikrit, e ha chiesto che anche le popolazioni di Ninive prendano parte alle operazioni militari contro le milizie dello Stato Islamico in modo di poter consentire ai civili di ritornare alle proprie case.
Nella Piana di Ninive sono concentrati città e villaggi a maggioranza cristiana da dove gli abitanti sono fuggiti a decine di migliaia tra giugno e agosto dello scorso anno davanti all’offensiva dello Stato Islamico.
“Abbiamo saputo del vertice tra i ministri” riferisce all’Agenzia Fides Paolo Thabit Mekko, sacerdote di Mosul attualmente sfollato a Erbil “e abbiamo saputo anche che a guidare la preparazione delle operazioni sarà un militare curdo dell’esercito iracheno.
Ma non è possibile dire se e quando inizierà la campagna per liberare Mosul e la Piana di Ninive. Bisogna vedere se e in che modo si terrà conto del Ramadan, il mese di digiuno dei musulmani che inizia dopo la metà di giugno. Tra il popolo c’è attesa mista a rassegnazione.
Di certo, in tanti vogliono tornare alle loro case. Tra i profughi cristiani c’è chi nel frattempo si è spostato in Giordania o in Libano. Solo in pochi sono andati in Francia, e qualcuno di loro è anche tornato, perchè si è trovato spaesato e ha sperimentato che quella non è la soluzione. Non è vero che tutti vogliono scappare. In tanti sognano di tornare alla loro vita come era prima”
Intanto diverse fonti – compreso il governatore della provincia di Ninive Athil al Nujafi – riferiscono notizie di una nuova esecuzione di massa di prigionieri yazidi da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Is) perpetrata nel distretto di Talafar.
I jihadisti avrebbero massacrato centinaia di uomini appartenenti alla comunità yazidi del Sinjar, dopo averli separati dalle donne e dai bambini. I corpi sarebbero poi stati ammassati in fosse comuni. (GV) (Agenzia Fides 2/5/2015).