Condanna a morte sospesa per Asia Bibi, la donna cristiana in carcere in Pakistan con l’accusa di blasfemia. Il caso, ha stabilito oggi la Corte Suprema del Paese, verrà riesaminato. Era la notizia che aspettavano tutti ed è arrivata da Lahore, dove la Corte Suprema ha accettato il ricorso della donna cristiana accusata di blasfemia e per questo dal 2010 nel braccio della morte.
Nel novembre scorso, i legali di Asia Bibi, che ha sempre rigettato le accuse, avevano presentato il ricorso dopo che il mese precedente l’Alta Corte di Lahore aveva confermato la pena capitale.
Sono oltre 2.200 i giorni trascorsi in carcere da Asia Bibi, e non è chiaro se in attesa della sentenza definitiva, sarà liberata. Mobeen Shahid, docente di Storia e del pensiero islamico presso la Pontificia Università Lateranense e segretario dell’Associazione Pakistani cristiani in Italia:
R. – La decisione della Corte suprema del Pakistan è un segnale positivo per mettere l’appello in discussione e vedere se la persone è innocente. Ora, non posso essere totalmente positivo in quanto nella storia del Pakistan, nella storia dei casi relativi alla legge sulla blasfemia, non c’è mai stata una conferma già a livello di Alta corte.
Per cui è stato il primo episodio. Visto che la sezione della Corte suprema che valuterà l’appello sta sempre a lavoro, ci sono eventuali rischi che i giudici presenti sul territorio di Lahore, mi auguro, possano oggettivamente valutare tutte le implicazioni che possono esserci a livello giuridico per valutare innocenza o colpevolezza di Asia Bibi.
Mi fido del sistema giuridico del Paksitan e dell’onestà dei giudici: immagino anche la difficoltà davanti alla quale può trovarsi un giudice in Pakistan nel valutare questo tipo di caso. Ho paura dei rischi sia per il giudice, per Asia Bibi e per coloro che la difendono a Lahore. Però, penso che sarà riconosciuta la sua innocenza.
D. – Lei è in costante contatto con la famiglia di Asia Bibi. Sono più di 2.200 giorni che questa donna si trova in carcere con evidenti problemi di salute denunciati più volte. Che notizie le arrivano?
R. – Asia Bibi ora sta bene fisicamente. È impaurita, perché è una donna molto semplice che poi non pensava di essere accusata in questa maniera. Purtroppo, si sente anche il peso delle vite che sono state legate alla sua dinamica giuridica del caso, ma purtroppo la dinamica a livello sociale come fenomeno sociale che si presenta non è molto semplice in quanto i figli e il marito vivono in un luogo nascosto.
Oggi, in Pakistan hanno difficoltà a seguire la propria educazione liberamente e non possono andare in qualsiasi scuola. D’altra parte, lei è per motivi di sicurezza è da sola nella sua cella. Il cibo che le viene fornito è controllato, lei è sorvegliata… Per cui, c’è una certa tensione.
Il governo sta cercando di fare il possibile, ma i rischi non sono legati alla Costituzione o alla legge della blasfemia o alla mancanza di impegno da parte del governo. Il problema è molto più profondo in quanto c’è il fenomeno del fanatismo religioso portato alle estreme conseguenze nella società che è gestito da alcune persone coinvolte nelle autorità, nelle strutture legislative e altre.
Fonte: Radio Vaticana