«Come Vescovo diocesano competente a tale tipo di istruzione; motivato da un senso di giusta coscienza (…) riconosco il carattere soprannaturale dei felici eventi con cui Dio per mezzo della sua figlia prediletta, Gesù attraverso la Sua Santissima Madre, lo Spirito Santo per mezzo della Sua diletta Sposa, ha voluto manifestarsi amorosamente nella nostra diocesi». Domenica 22 maggio, Mons. Héctor Cardelli, vescovo di San Nicolás (a nord di Buenos Aires, Argentina), ha confermato il carattere soprannaturale per gli “eventi mariani” accaduti a partire dal 25 settembre 1983, quando la veggente, Gladys Motta, vide apparire la Vergine vestita di azzurro e con il Bambino in braccio; entrambi avvolti da una straordinaria luce.
L’apparizione era stata preceduta da una serie di fatti straordinari, in particolare molte corone del Santo Rosario avevano cominciato a brillare in molte case dei fedeli della città di San Nicolás, quasi ad anticipare quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Da quel 25 settembre numerosissime sono state le apparizioni e molti i messaggi.
Il primo di questi viene dato il 13 di ottobre 1983, giorno dell’ultima apparizione di Fatima, mentre il 15 di novembre la Signora si presentava con il titolo di Nostra Signora del Rosario: «Sono la patrona di questa regione, fate valere i miei diritti».
Come per altre apparizioni mariane, la Vergine indica alla veggente un luogo su cui edificare un santuario – «Non chiedo splendori. Chiedo una casa spaziosa.» – cosa che avviene puntualmente e nel 1989 l’immagine venerata viene trasferita nel nuovo tempio dedicato appunto a Maria del Rosario di San Nicolás.
Questa immagine, una statua di legno un po’ più alta di una donna di media statura, era stata segnalata alla veggente dalla Vergine.
La statua venne trovata, con sorpresa dei sacerdoti, nel campanile della Cattedrale di San Nicolás, venne poi restaurata e quindi posta nel nuovo santuario; l’immagine ha circa 150 anni e fu donata alla cattedrale da una signora che l’aveva portata da Roma, dopo essere stata benedetta da Papa Leone XIII.
L’8 novembre 1984 la veggente racconta come gli appare la Vergine. «Oggi come non mai sento che devo dire come vedo la Beata Vergine Maria.
Non è una bellezza facile da descrivere: è bella, e in Lei va insieme con l’umiltà, la forza, la purezza e l’Amore, così: con la maiuscola, perché tutto l’amore del mondo non copre l’amore che prova per i suoi figli.
Quando ordina, sento la forza che ha con sé. Quando dà consigli, sento il suo amore materno. E quando dice che soffre per i suoi figli lontani dal Signore, mi trasmette la sua tristezza».
In quello stesso anno, 1984, Gladys comincia a vivere la Passione di Nostro Signore.
Il 13 maggio 1989, ancora in occasione dell’anniversario delle apparizioni di Fatima, la Vergine dice a Gladys: «Oggi come allora, a Fatima, sono nuovamente qui a visitare la terra, anche se [queste visite] sono più frequenti e prolungate, perchè l’umanità vive momenti molto drammatici».
Ancora una volta, quindi, sembrerebbe che il messaggio delle apparizioni di Fatima non sia affatto concluso, i momenti drammatici vissuti dall’umanità richiedono ancora una presenza così frequente e assidua della Vergine.
Questo, in un certo senso, conferma le parole di Papa Ratzinger del 2010 quando disse che «si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa», al netto di tutte le recenti speculazioni intorno al famoso Terzo Segreto.
Il dato che rimane, infatti, è quello di una condizione di drammaticità che l’umanità sta vivendo, insieme ad un intensificarsi delle visite della Madre ai suoi figli.
Su questo c’è già molto da riflettere. I messaggi delle apparizioni argentine, in continuità con quanto comunicato in tutte le apparizioni mariane degli ultimi 200 anni, parlano della necessità della conversione dei peccatori, il ritorno ai sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia, la necessità vitale della preghiera e in particolare della preghiera del Santo Rosario, infine, la preghiera per la pace e l’amore al prossimo.
In uno dei messaggi la Signora del Rosario di San Nicolás dice: «Alcuni di voi diranno: “Niente di nuovo dice il Signore.” Io dico: Tutto è nuovo, perché nulla si pratica, sembra che di Dio nulla si conosca».
E in altro messaggio: «In quei luoghi del mondo in cui sono stati dati i miei messaggi, sembra di aver predicato nei cimiteri, perché non c’è stata la risposta che vuole il Signore».
La pubblicazione di questi messaggi, interrotta nel 1990, è stata ripresa proprio grazie al vescovo Cardelli che lo ha annunciato il 25 settembre 2014. «A San Nicolás – disse il vescovo – Maria Santissima, in rivelazioni private confidate alla signora Gladys Motta, in modo semplice e in un linguaggio adatto all’uomo di oggi, ci consiglia come una madre fa con il suo bambino.
Davanti a un mondo disorientato e che ha perso il senso soprannaturale della vita Ella ci orienta, come madre e maestra, ricordandoci quello che Gesù ci ha detto e ci invita ad ascoltare, accettare e annunciare quello che dice». Così hanno visto la luce i libri con i messaggi dal 2005, fino al 2014.
Fonte: La NBQ