Arcivescovo di Nyamey: voi pubblicate vignette, qui bruciano le chiese

Comunità cristiana sotto shock in Niger: circa 45 chiese sono state attaccate e bruciate da estremisti islamici in segno di protesta per le vignette pubblicate da Charlie Hebdo su Maometto. Almeno 10 i morti. Secondo una fonte umanitaria, alcune donne cristiane sarebbero state stuprate. Il ministro degli Interni ha denunciato la presenza di bandiere del gruppo islamista Boko Haram alla manifestazione che si è svolta a Zinder, una citta vicina al confine con la Nigeria.

90 persone sono state arrestate. Oltre 300 cristiani sono stati posti sotto la protezione militare in campi male equipaggiati, altri sono rifugiati in una chiesa evangelica. Drammatico appello dell’arcivescovo di Nyamey, mons. Michel Cartatéguy. Jean-Baptiste Cocagne lo ha intervistato:

Chiese bruciate, non c’è rimasto più nulla

R. – Nous sommes, nous communauté chrétienne, encore sous le choc. …
Noi, come comunità cristiana, siamo ancora sotto shock. Tutte le nostre chiese – 12 su 14 – sono state completamente saccheggiate: non c’è rimasto più nulla. E quando dico “saccheggiate”, “profanate”, significa che non c’è rimasto più niente, niente: tutto è bruciato. Soltanto la cattedrale è rimasta in piedi, perché su mia richiesta è stata sorvegliata a oltranza.

Ma non so fino a quando questo sarà possibile. Incontrerò le autorità politiche affinché si impegnino con ogni mezzo perché la cattedrale non sia ancora presa d’assalto. Intorno alla cattedrale si sono svolti combattimenti per quattro ore e abbiamo potuto salvarla soltanto grazie alle forze di sicurezza.

La cattedrale è un simbolo, per questo vogliono distruggerla. Noi non riusciamo a capire quello che sta succedendo. Io ho convocato tutti i sacerdoti e i responsabili delle comunità per pregare in silenzio, e abbiamo meditato sull’amore per i nemici.

Forse ci stiamo accingendo a vivere l’agonia di Gesù sulla nostra carne, e io ne sono molto felice, e ogni prete e ogni laico afferma: “Abbiamo avuto forti testimonianze di solidarietà da parte della comunità musulmana”.

Molti nostri religiosi, che oggi hanno perso tutto, sono stati protetti e lo sono ancora, da famiglie musulmane. Io ho detto alle più alte autorità: “Non abbiamo niente contro la comunità musulmana, al contrario”. Anzi, dobbiamo ulteriormente rafforzare i legami di unità, di fratellanza che abbiamo costruito.

Abbiamo avuto tantissime testimonianze di fratellanza, di sostegno, piccoli gesti che però sono grandi nei nostri cuori.

Attacchi guidati

D. – Come leggere questi eventi? Lei sa chi c’è dietro questi attacchi?

R. – Nous venons de suspendre toutes les activités de la mission catholique …

Abbiamo sospeso ogni attività della missione cattolica; abbiamo chiuso le nostre scuole, i nostri dispensari e ho dato come motivazione che dobbiamo leggere questi eventi dolorosi nella serenità.

Non posso interpretare nulla, perché siamo veramente sconvolti: dopo tanti anni di amicizia, non riusciamo a comprendere. Abbiamo bisogno di tanta, tanta serenità per leggere questi eventi.

Ma è vero che tutto questo è manipolato, organizzato; ci sono indizi che starebbero a indicare che sia stato questo o quel gruppo. A Zinder è stata vista sventolare la bandiera di Boko Haram …

Ma non posso dire di più, perché non ho potuto riflettere con le persone competenti su quello che sta accadendo. Vorrei essere certo prima di parlare, ho bisogno di avere determinati elementi per poter dire esattamente da dove vengono questi attacchi.

Tutto è in rovina: abbiamo salvato una croce

D. – La comunità cristiana cattolica del luogo è stata fatta oggetto di violenze, in passato?

R. – Oui, dans certaines églises, comme à Zinder, mais pas de cette nature, …

Sì, in alcune chiese, come a Zinder, ma mai di questo genere. Bisogna vedere sul posto per vedere e capire cosa significhi incendiare e saccheggiare: non c’è rimasto più assolutamente niente. Tutto è in rovina, c’è solo polvere!

Le dirò che cosa sono riuscito a salvare, a recuperare: ho trovato una piccola croce che stava su una boccetta di olio santo: ecco, questo è tutto quello che ho trovato… è tutto quello che abbiamo. Ma l’essenziale di questo “nulla” che è rimasto, è là. Ora dobbiamo tutti volgerci a questa croce: il tappo di una boccetta che conteneva olio benedetto, è tutto quello che abbiamo.

Perché continuano a pubblicare le vignette blasfeme?

D. – Sabato sera, una ventina di ulema hanno richiamato la popolazione alla calma. Lei è in contatto, in dialogo con le autorità musulmane?

R. – Bien sûr, je suis en contact non pas dans ces situations, ma tout le temps! ..

Certo: sono in contatto non soltanto in queste situazioni, ma sempre! C’è una grande fratellanza che si è intessuta prima di tutto questo. Ed è proprio per questo che non riusciamo a capire! Noi non abbiamo niente contro la comunità musulmana: non è questa che ha fatto tali cose! Sono persone manipolate dall’esterno … Tutto è manipolato!

E poi, è ovvio, la caricatura di Maometto che è stata moltiplicata in decine di milioni di copie – e continuiamo ancora? – fa dire alla gente di qui: “Sono i cristiani d’Occidente che ci fanno questo!”.

Ma perché? Perché si continua ancora su questa strada? Dov’è il rispetto per la fede degli altri? Qui la gente non risponde più alle domande dei giornalisti europei e non rispondono più perché sono in collera e rispondono soltanto dicendo cose cattive contro questa libertà di essere blasfemi … A livello della comunità musulmana qui, sul posto, noi non abbiamo alcun problema.

Al contrario, siamo uniti gli uni agli altri: tutti gli ulema che hanno parlato in televisione, io li conosco tutti, personalmente! In questo campo, non c’è alcun problema.

Noi non riusciamo a comprendere quello che sta succedendo. Siamo ancora così sconvolti … E tutto questo potrebbe continuare se noi non abbiamo alcuna tutela! Sono costretto a chiedere alle autorità di governo di proteggerci a oltranza, perché ormai ci sono persone che, girando per le strade, chiedono: “Ma tu sei “Allah akbar” o “Halleluja”?

Questo significa che si stanno cercando i cristiani… Ma dopo, cosa accadrà? Tra 15 giorni avrei dovuto passare il testimone: avrebbe dovuto essere un grande evento, perché l’avrei passato ad un figlio del Paese, un nigerino, quindi un vescovo del Niger.

Ovviamente, tutto questo sarà rimesso in discussione: non possiamo certo fare questo passaggio episcopale in questo modo! Quel poco denaro che eravamo riusciti a mettere insieme per questa celebrazione, che per noi sarebbe stata un evento storico, dovremo impiegarlo per comprare dei teloni: così domenica prossima potremo pregare, almeno, sotto questi teloni …

Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana