La clinica Mangiagalli ha trovato Mario nella moderna “ruota degli esposti” il 7 luglio scorso. La madre l’aveva lasciato nella “baby box” della clinica con due tutine e un biberon di latte. Il bambino oggi sta bene ed è stato adottato. In Europa ci sono centinaia di “baby box” che permettono alle donne che non vogliono o non possono tenere il proprio bambino di non abortire. Ora però l’Unione Europea, di comune accordo con l’Onu, sta facendo pressione sugli Stati per farle abolire.
ONU E UE ALLEATI. Il Comitato sui diritti dei bambini delle Nazioni Unite il mese scorso ha affermato che le baby box vanno abolite perché non fanno il bene dei bambini e non impediscono che vengano abbandonati dalle famiglie. Secondo Maria Herczog, membro ungherese del Comitato, «sono un cattivo messaggio per la società perché violano i diritti dei bambini e anche i diritti dei genitori ad ottenere dallo Stato un aiuto per mantenere le proprie famiglie». Continua: «Invece che combattere la povertà e risolvere i problemi sociali che stanno alla base di queste situazioni, noi diciamo alle persone gente che possono abbandonare così i loro bambini».
«COSÌ SALVIAMO DELLE VITE». Affermando che le moderne ruote degli esposti incoraggerebbero le donne a fare figli senza adeguate cure mediche, Herczog ha dichiarato che oltre a chiedere agli Stati sovrani di farle chiudere, l’Onu sta trattando con il Parlamento europeo per adottare insieme delle misure contro le baby box. Le dichiarazioni di Herczog sono molto controverse perché, come scritto anche in una lettera inviata da politici della Repubblica Ceca all’Onu, le baby box servono a salvare delle vite: «Il loro primo scopo è quello di proteggere il diritto alla vita e ai diritti umani di questi neonati. Diverse centinaia di bambini sono già stati salvati in questo modo».
Leone Grotti
Fonte: Tempi.it