Promossa dalla Consulta di bioetica è appena stata lanciata una campagna, il cui titolo è già un programma: “Il buon medico non obietta” (gli obiettori – questo si vuole sottointendere – sono tutti brutti e cattivi, quindi boicottateli. “I reparti di ginecologia inizino almeno a non assumere più obiettori”, scrive ad esempio Carlo Flamigni, ma il refrain è ovunque lo stesso…). Parte la campagna e, contestualmente, parte il tam-tam in rete: donne, rendete pubblici nomi e cognomi dei vostri medici, che a dividerli in “buoni” e “cattivi” ci pensiamo noi, con i sistemi democratici (?) che sappiamo. Perderanno il lavoro? Peggio per loro. Potevano scegliere di essere “buoni”.
Fonte: CulturaCattolica.it