È pronto il documento dell’Ue che imporrà a tutti gli Stati matrimoni gay e poligamia

Il Parlamento Europeo deve votare il «Report sui diritti civili, commerciali  e familiari» per implementare il Programma di Stoccolma, firmato dagli Stati  dell’Unione Europea, che vuole favorire i cittadini europei che circolano sul  suolo di uno Stato Ue di cui non hanno la cittadinanza. Fra i tanti punti  contenuti nel report se ne nasconde uno particolare.

 

Lo scopo di questo  documento, si legge, sarebbe quello di raggiungere fra gli Stati membri un mutuo  riconoscimento legale «degli effetti civili degli status di un altro paese  membro». Cosa significa? Il paragrafo 40 prevede che ogni documento civile,  incluso quello del matrimonio, riconosciuto nello Stato di appartenenza dovrà  essere valido anche in tutti gli altri Stati.

 

MATRIMONI GAY OBBLIGATORI. Il report, che sarà votato a  novembre, introdurrebbe così in tutti gli Stati anche il riconoscimento di  unioni civili e matrimonio omosessuale, in barba alle Costituzione dei singoli  paesi. Le unioni civili, infatti, sono già legali in due Stati (Regno Unito,  Germania) e i matrimoni omosessuali in altri 8 (Spagna, Portogallo, Islanda,  Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia). Il riconoscimento, si legge,  include anche i «benefit sociali e ogni altro effetto legale legato ad  essi».

 

RIVOLUZIONE NASCOSTA. Se così fosse verrebbe però leso  il principio di proporzionalità contenuto nell’articolo 5 del trattato Ue, che  mira a inquadrare le azioni delle istituzioni dell’Unione entro certi limiti,  fissati dall’articolo 3 del trattato sul Funzionamento dell’UE. Qui si legge: «L’Unione ha competenza esclusiva nei seguenti settori: a) unione doganale; b)  definizione delle regole di concorrenza necessarie al funzionamento del mercato  interno; c) politica monetaria per gli Stati membri la cui moneta è l’euro; d)  conservazione delle risorse biologiche del mare nel quadro della politica comune  della pesca; e) politica commerciale comune».

Nel paragrafo 40 del Report che  sarà votato a novembre si legge invece: «Il Parlamento Europeo sostiene la  necessità di assicurare il mutuo riconoscimento dei documenti emanati dalle  amministrazioni statali; accogliendo gli sforzi della Commissione per dare più  potere ai cittadini, per esercitare la loro libertà di movimento» e anche «per  sostenere con forza il piano per attivare il mutuo riconoscimento dei documenti  sugli status civili e dei loro effetti».

 

OBBLIGATI DAI CAVILLI. Il tutto è stato denunciato dal  portale European Dignity Watch (Edw), che scrive: «Esiste il rischio evidente di  minacciare la sovranità di uno Stato membro, che per esempio si rifiuti di  riconoscere la legalità del matrimonio omosessuale e i suoi effetti». Sicuramente, continua l’Edw, sarà invocata «la clausola di non discriminazione  per giudicare illegittimo il rifiuto» di riconoscimento di una coppia gay.

La  conseguenza dell’approvazione del Report, dunque, sarebbe quella di un «“turismo  matrimoniale” negli Stati che riconoscono il matrimonio omosessuale rendendolo  di fatto legale negli altri Stati» ma anche quello di riconoscere «la poligamia  (contratti di coabitazione fra più persone sono già riconosciuti nei Paesi  Bassi)».

 

Fonte: Tempi