“Pura ideologia”: così le scuole private di Bologna sul referendum per togliere i fondi

Le Associazioni cattoliche di Bologna e di tutta l’Emilia Romagna sono mobilitate contro il referendum indetto per il 26 maggio prossimo per abolire i finanziamenti alle scuole private. Il sindaco del capoluogo Merola definisce un’”ossessione ideologica” la consultazione popolare, paventando il rischio che migliaia di bambini non trovino più posto nelle scuole. La questione riguarda 27 istituti privati, in principal modo cattolici, che assicurano un posto a 1725 bambini. Per ognuno di questi bimbi il comune eroga agli istituti 600 euro, contro i 6900 che stanzia per ogni ragazzo nelle scuole comunali.

 

Il referendum promosso dall’Associazione Articolo 33 e supportato da Sel mira a far saltare il finanziamento. Se le scuole private dovessero chiudere per le casse del comune ci sarebbe un esborso anche di 10 milioni di euro. Ma le motivazioni del referendun sono anche ideologiche, dice il presidente della Federazione Scuole Materne di Bologna Rossano Rossi.

R. – E’ dal 1994, da quando si è attivato un sistema di convenzione tra l’ente locale e le nostre scuole, che questo gruppo di persone politicamente schierate, in modo molto ideologico, fin dall’inizio ha cercato di mettere in crisi questo sistema, con vari ricorsi al Tar e così via. Tutti i ricorsi sono falliti. Adesso giocano la carta del referendum per tentare di mettere in crisi questo sistema.

D. – La vostra organizzazione sta pensando anche di fare un’azione di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza?

R. – Quello che cercheremo di fare è soprattutto raccogliere attorno a questa idea della sussidiarietà la condivisione di diverse estrazioni culturali. Abbiamo sicuramente amministratori del partito democratico, di altre categorie, anche di tipo culturale, che hanno storie politiche diverse, che su questi temi sono perfettamente in sintonia con noi. Non si deve buttare a mare un sistema che dal’94 a oggi è riuscito a dare quasi il cento per cento di risposta alle famiglie.

Fonte: Radio Vaticana