Ai microfoni di Rtl Berlusconi viene interrogato sulla possibilità di un riconoscimento giuridico per le coppie di fatto, anche omosessuali. L’ex premier annuisce con la testa, precisando che «serve una maggioranza in Parlamento che consenta di cambiare il codice civile».
E si riapre il dibattito. «Berlusconi è diventato favorevole, cambiando radicalmente idea? Se non è uno scherzo, dimostri che fa sul serio liberandosi di Giovanardi, Roccella, Quagliariello e Formigoni», attacca Franco Grillini, presidente di Gaynet e storico esponente del movimento gay. «Non basta un cenno del capo – commenta Fabrizio Marrazzo di Gay Center – perché del ’94 a oggi maggioranze e programmi di Berlusconi sono state chiuse a qualsiasi proposta».
L’Arcigay chiede «nero su bianco, dopo anni di battute di dubbio gusto sugli omosessuali», e nutre sospetti su «un cambio così repentino» visto il «no netto giunto a febbraio 2011 al congresso dei Cristiano riformatori». Entusiasta invece GayLib, “associazione degli omosessuali di centrodestra”: «Dopo le barzellette omofobe degli anni scorsi Berlusconi dà lezione a Monti, che retrocede i diritti dei gay a non priorità».
«Prese di posizione piuttosto sgangherate», liquidano i parlamentari del Pdl Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella e Raffaele Calabrò: «Chi per disattenzione o malafede parla di cambio di rotta o di incongruenza con la difesa della famiglia descritta dalla Costituzione è facilmente smentito dal documento sulle unioni civili che ad agosto registrò l’adesione di più di 150 parlamentari del Pdl».
Di «assoluta malafede» parla Barbara Saltamartini. «Secondo la nostra Costituzione, laica e repubblicana, la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna», puntualizza Carlo Giovanardi.
Ma è sempre dal Pdl che viene anche qualche apprezzamento. «Una limpida posizione liberale, oltreché un profondo e umanissimo senso religioso», dichiara Sandro Bondi. «Un fatto politico di grande importanza – afferma il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone – carico di ragionevolezza, modernità, spirito liberale e apertura».
«Le dichiarazioni di attenzione ai diritti di tutti del presidente stupiscono solo chi negli ultimi anni ha vissuto su un altro pianeta», dice Mara Carfagna citando «la prima campagna istituzionale contro l’omofobia» fatta dal governo Berlusconi».
«Non un matrimonio di serie B – interviene Stefania Prestigiacomo – ma il doveroso il riconoscimento di diritti oggi negati alle coppie di fatto indipendentemente dal sesso».
Luca Liverani
Fonte: Avvenire