NEW YORK, 21. Le Nazioni Unite mettono al bando le mutilazioni genitali femminili (Mgf). L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato ieri per consenso una risoluzione che esorta gli Stati membri ad abolire la pratica delle Mgf. Secondo stime diffuse nel 2010 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a tali mutilazioni sono state sottoposte tra i 100 e i 140 milioni di giovani donne oggi viventi nel mondo. Secondo i dati dell’Oms, circa 92 milioni vivrebbero in Africa, dove il retaggio tribale di tale pratica è fortissimo in molti Paesi.
L’approvazione senza discussione né emendamenti del testo, presentato dai Paesi africani e co-patrocinato dall’Italia, testimonia l’ampio accordo politico alla base del dispositivo, il primo dedicato specificamente al tema.
Nel testo approvato dall’Assemblea generale, peraltro privo di valore vincolante, si definiscono le mutilazioni genitali una violazione dei diritti umani e si esortano tutti gli Stati a contrastare questa pratica anche attraverso leggi che la proibiscano.
La risoluzione chiede inoltre a ciascuno Stato membro dell’Onu di promuovere programmi ad hoc nel settore sociale ed educativo per favorire l’abbandono delle Mgf.
Sempre ieri, l’Assemblea generale ha approvato anche il rinnovo della moratoria sulle esecuzioni capitali con 111 voti, il numero più alto mai registrato nella battaglia contro la pena di morte, contro 41 no e 34 astenuti. La risoluzione fa esplicito riferimento al divieto di infliggere la pena di morte ai minori e alle donne in gravidanza. Soddisfazione per entrambe le decisioni dell’Onu ha espresso il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, secondo il quale «è una giornata storica per l’affermazione dei valori universali della civiltà, che ci incoraggerà a procedere con rafforzata convinzione nel nostro impegno in favore della promozione su scala globale dei diritti fondamentali della persona umana»
Fonte: L’Osservatore Romano