Colombo (Agenzia Fides) – Sconcerto nelle comunità cristiane srilankesi dopo gli ultimi episodi di violenza perpetrata da monaci e laici buddisti radicali: come riferito a Fides, i cristiani rinnovano al governo l’appello alla difesa della libertà religiosa. La comunità è scossa dopo l’attacco a un chiesa protestante, il 9 dicembre scorso, a Weeraketiya, nel distretto di Hambantota, provincia meridionale dello Sri Lanka.
Una folla di circa mille persone in preda a un furore religioso, fra i quali numerosi monaci buddisti, hanno preso d’assalto l’edificio e ferito il pastore Pradeeep. La folla ha devastato la chiesa, distruggendo arredi sacri, attrezzature, auto parcheggiate.
Gli aggressori hanno rotto un cordone di polizia che era stata chiamata in precedeza. Infatti il giorno prima dell’incidente, un gruppo di buddisti e di monaci aveva visitato il Pastore, intimandogli che, senza il permesso del clero buddista, non poteva condurre culto cristiano a Weeraketiya, pena la distruzione della chiesa. Dopo il rifiuto del Pastore, che ha invocato i diritti costituzionali, è giunto l’attacco.
Nel 2012 le comunità cristiane in Sri Lanka, di diverse confessioni, hanno registrato circa 50 casi di attacchi da parte buddisti. Nel settembre scorso il Vescovo cattolico di Mannar, Mons. Rayyappu Jospeh – che aveva chiesto una indagine internazionale sugli abusi commessi dal governo nella guerra civile, ai danni dei ribelli tamil – era stato lievemente ferito da un sassaiola, nell’attacco a una chiesa cattolica e Karusal, nel distretto di Mannar.
Ad agosto 2012 alcuni monaci buddisti hanno occupato i locali del la Chiesa Avventista del Settimo giorno nella città di Deniyaya (sempre nel sud dell’isola), trasformandola in un tempio buddista. Oltre il 70% dei 20,4 milioni di persone in Sri Lanka sono buddisti, e appartengono perlopiù al gruppo etnico dominante, quello singalese. I cristiani sono stimati a 8,4 per cento della popolazione, e il 40% di loro appartiene alla minoranza etnica tamil.
Fra i gruppi buddisti violenti vi è il “Buddhist Power Force” (“Bodu Bala Sena”) che recentemente ha chiesto ai suoi seguaci di “difendere il paese dai musulmani e dai cristiani”. Il movimento più potente è il partito politico dei monaci buddisti, il “Jathika Hela Urumaya” (“Fronte Nazionale della Libertà”), partner del governo di coalizione. Il partito ha già dato prova in passato di poter essere molto violento. Un militante del partito assassinò il primo ministro S. Bandaranaike nel 1958. (PA)
(Agenzia Fides 15/12/2012)