CITTÀ DEL VATICANO – «Vengo tra di voi come vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetanei». Benedetto XVI arriva nella «casa-famiglia» per anziani al Gianicolo, una delle quindici gestite a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio, al terzo piano della palazzina anni Quaranta vivono assieme sette anziani assistiti ventiquattr’ore al giorno dai volontari, i due piani inferiori sono divisi in miniappartamenti dove gli ospiti vivono come in famiglia.
Un modello di attenzione e intervento, in una società «dominata dalla logica dell’efficienza e del profitto» che spesso respinge gli anziani «come non produttivi, inutili», scandisce il Papa: «Penso che si dovrebbe operare con maggiore impegno, iniziando dalle famiglie e dalle istituzioni pubbliche, per fare in modo che gli anziani possano rimanere nelle proprie case. La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune».
«È BELLO ESSERE ANZIANI!»– Il Papa è salito fino all’appartamento degli anziani non autosufficienti, incontrando tra l’altro due ultracentenari prima di scendere nel giardino interno e parlare a tutti: «Questa mattina, rivolgendomi idealmente a tutti gli anziani, vorrei dirvi con profonda convinzione: è bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene. Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga e, nonostante qualche acciacco, vivere è bello anche alla nostra età».
«POVERI BIMBI ROM» — Tra gli anziani che il Pontefice incontra c’è la signora Pierina, che vive a Tor de’ Cenci e aiuta i bambini rom. «Lo sgombero è stato terribile», racconta al Papa, ricordando quel 28 settembre in cui le ruspe hanno abbattuto lo storico campo rom della Capitale. E Benedetto XVI, stringendole le mani, commenta: «Poveri bambini».
Gian Guido Vecchi
Fonte: Corriere della sera