La croce è nel mirino dei violenti. Sono sempre i cristiani la comunità religiosa più esposta a casi di persecuzione e discriminazione nel mondo. E i paesi più pericolosi sono ancora una volta quelli islamici. Una conferma è arrivata da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), organizzazione di diritto pontificio che ha appena presentato il Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo.
CRISTIANI, I PIÙ DISCRIMINATI. Secondo il dossier, che ha raccolto numeri e dati in 196 paesi del globo e ha analizzato le esperienze di tutti i gruppi religiosi che lo abitano, tre casi di discriminazione su quattro (il 75 per cento del totale), riguardano i cristiani. E mentre nei 131 paesi di cultura cristiana non ce n’è uno che ostacoli la libertà religiosa, né nella legislazione né nei fatti, ben diversa è la situazione dei paesi di cultura musulmana. Come ha spiegato Marc Fromage, direttore della sezione francese di Acs, infatti, in 17 paesi islamici su 49 totali le religioni diverse dall’islam non sono tollerate e cristiani e non musulmani sono sottoposti a «controllo forzato». Mentre in 19 di questi paesi la libertà religiosa è riconosciuta soltanto sulla carta ma non è applicata in pratica.
«I CRISTIANI SONO SUINI». Arabia Saudita e Pakistan sono entrambi al fondo della classifica stilata da Acs. «Gli arresti e le irruzioni della polizia nelle case cristiane durante gli incontri di preghiera – ha riferito la sezione sull’Arabia Saudita – sono all’ordine del giorno. Nel marzo 2012 una fatwa del Gran Muftì, indicava come necessaria la distruzione di tutte le chiese nella Penisola arabica». E sui libri di testo degli studenti delle superiori, pubblicati dal ministero dell’Istruzione di Riyad, si leggono frasi del tipo: «Ebrei e cristiani sono nemici dei credenti e non possono avere l’approvazione dei musulmani». E recita un libro in uso alle medie: «Le scimmie sono gli ebrei, il popolo del Sabbah, i suini sono i cristiani, gli infedeli della comunione di Gesù». In Pakistan, invece, la legge sulla blasfemia ha portato nel 2011 161 persone davanti al giudice. C’è anche chi ha perso la vita, come il governatore del Punjab, Salman Taseer, assassinato a gennaio, reo di aver fatto visita in carcere ad Asia Bibi, la cristiana accusata di aver offeso Maometto e poi condannata a morte proprio in virtù di quella legge. Lo stesso scenario in cui si colloca l’uccisione di Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze, di fede cattolica ucciso il 2 marzo scorso.
OLTRE I PAESI ARABI. «Ogni anno – continua il rapporto – circa 700 ragazze cristiane e almeno 250 indù vengono rapite, stuprate e costrette a convertirsi». E nei Balcani sono in aumento situazioni che destano serie preoccupazioni. In Bosnia-Erzegovina, per esempio, «gli ingenti investimenti compiuti da Stati come l’Iran e l’Arabia Saudita» stanno dando vita a comunità islamiche sempre più fanatiche. Mentre in Albania si sta verificando «la diffusione di un Islam più intollerante, rappresentato da giovani imam formati in Turchia e in Arabia Saudita».
Fonte: Tempi.it