Lo scorso 29 settembre 1.500 massoni tedeschi, agghindati col classico grembiulino, in abito scuro e guanti bianchi, si sono riuniti nel tempio evangelico di San Michele ad Amburgo, per festeggiare il 275° anniversario della loro prima presenza in Germania.
Che tra massoneria e protestantesimo, nonostante qualche sporadica condanna, vi sia una certa intesa, è noto. I “liberi muratori” Lennhoff e Posner, nel loro “Dizionario internazionale della Massoneria”, lo hanno scritto con chiarezza: “La massoneria è uno dei movimenti che, all’inizio del Medio Evo, sono nati come reazione contro l’assolutismo del Magistero della Chiesa. In ambito religioso ciò ha condotto al protestantesimo”. La commissione ufficiale del dialogo della chiesa evangelica tedesca, pur con perplessità, da tempo ha dato il permesso ai propri fedeli di entrare a far parte delle logge. E proprio in Germania il cosiddetto “Ordine dei massoni cristiani” ha fondato la “Große Landesloge”, in merito alla quale già si espresse con chiarezza la Conferenza Episcopale Tedesca, definendo la sua teologia inammissibile: soltanto una parte d’essa riconosce “i fatti fondamentali della Rivelazione”, ma li inquadra “solo come una possibile variante dell’ideologia massonica”.
E’ la prima volta però che una riunione di liberi muratori si svolge direttamente in una chiesa, sia pure protestante. Per questo, come riferisce l’agenzia “Kreuz.net”, si è voluto dar enfasi all’evento, accettando che i media riprendessero un quarto d’ora di quella sorta di “rituale” con cui si è voluto “solennizzare” il tutto tra applausi e battimani, di fronte ad un altare “laico” ovvero un tavolo con coperta blu, candele e libri.
A dirigere le danze il più alto in grado tra loro, Rüdiger Templin,
Ma per l’occasione, gli stessi fedeli evangelici sono stati “sfrattati” dal loro tempio: un cartello all’esterno ne ha proibito l’accesso per l’intera giornata, “causa manifestazione” si è scritto, come se all’interno vi fosse una normalissima riunione di condominio o un raduno dei sindacati.
Val la pena ricordare, in proposito, come la Congregazione per la Dottrina della Fede cattolica, ancora nel 1983 nella “Dichiarazione sulla massoneria”, abbia confermato con chiarezza per i fedeli il divieto di appartenere alla massoneria, essendo i principi su cui si fonda inconciliabili con la Dottrina della Chiesa. Chi vi aderisce, si trova in stato di peccato grave contro l’integrità della fede, in quanto tale eretico e quindi colpito da scomunica secondo il canone 1364 del Codice di Diritto Canonico.
Mauro Faverzani
Fonte: Corrispondenza Romana