La Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato oggi un Decreto, approvato dalla Santa Sede, in cui si chiarisce che quanti tra i fedeli dichiarano all’anagrafe civile di non appartenere più alla Chiesa cattolica non potranno più partecipare in modo attivo alla vita della comunità ecclesiale e quindi alla vita sacramentale.
Il nuovo Decreto, valido per la Germania, ribadisce che non si potrà più fare la distinzione tra appartenenza “civile” e appartenenza “spirituale” alla Chiesa cattolica. Da ricordare che in questo Paese vige un particolare sistema giuridico, che ha tra i suoi aspetti anche quello del finanziamento delle varie Chiese, secondo il quale il fedele di ogni comunità risulta iscritto all’anagrafe come appartenente ad una data confessione religiosa. Questa iscrizione comporta un contributo per il sostegno economico di quella Chiesa. Il Decreto entrerà in vigore dal prossimo 24 settembre. Il segretario generale della Conferenza episcopale, il padre gesuita Hans Langendoerfer, spiega ai microfoni dei nostri colleghi tedeschi dell’emittente Domradio, quale importanza abbia il nuovo Decreto:
R. – “Innanzitutto si tratta di una dichiarazione precisa. Chi chiede all’anagrafe di cancellare la sua appartenenza alla Chiesa cattolica non farà più parte in nessun modo della comunità ecclesiale. Non si può fuoriuscire dalla dimensione “civile” della Chiesa e definirsi al medesimo tempo cattolico. Questo è il punto fondamentale del Decreto. Questa, tra l’altro, è stata da sempre la posizione della Conferenza episcopale e siamo contenti che ora sia anche scritto e approvato in modo ufficiale. Qui sta la differenza con il passato: ora il parroco dovrà occuparsi direttamente di chi intende abbandonare la Chiesa. Con questo documento vogliamo dimostrare di occuparci anche di coloro che non vogliono più far parte della Chiesa.”
D. – Come si procederà, dunque, con coloro che vogliono uscire dalla Chiesa cattolica in Germania?
R. – “Coloro che chiederanno di essere cancellati come cattolici dall’anagrafe, riceveranno una lettera dal parroco della loro zona. Si chiederà loro un incontro e un colloquio. Si cercherà di capire in questo dialogo le motivazioni che hanno indotto a una tale decisione. Si spiegherà anche quali saranno le conseguenze collegate alla fuoriuscita. Ovviamente, i sacerdoti cercheranno di far cambiare idea a queste persone, così da poter loro dare la possibilità di partecipare alla vita della Chiesa, con annessi i doveri”.
Sergio Centofanti
Fonte: Radio Vaticana