Tutti i fedeli sono chiamati alla sfida della nuova evangelizzazione: è quanto affermato da Benedetto XVI nell’incontro di stamani, a Castel Gandolfo, ad un gruppo di nuovi presuli che hanno partecipato al Convegno promosso dalla Congregazione per i Vescovi.
Il Papa ha ribadito che c’è bisogno di testimoni credibili per annunciare il Vangelo e che i vescovi sono chiamati a servire Dio e gli uomini. Il servizio di Alessandro Gisotti:.
Siate “audaci nell’invitare gli uomini di ogni condizione all’incontro con Cristo e a rendere più solida la fede”: è l’esortazione del Papa ai nuovi vescovi ai quali ha chiesto anche di avere una “speciale sollecitudine per la Chiesa universale, in primo luogo promuovendo e difendendo l’unità della fede”. La fede, ha soggiunto, “chiede testimoni credibili” e il vescovo “primo testimone della fede” deve accompagnare il cammino dei credenti “offrendo l’esempio di una vita vissuta nell’abbandono fiducioso di Dio”:
“Non si può essere, infatti, al servizio degli uomini, senza essere prima servi di Dio. Il vostro personale impegno di santità vi veda assimilare ogni giorno la Parola di Dio nella preghiera e nutrirvi dell’Eucaristia, per attingere da questa duplice mensa la linfa vitale per il ministero”.
Riferendosi poi all’imminente Sinodo sulla nuova evangelizzazione, il Papa ha osservato che tutti i battezzati sono chiamati all’impegno dell’evangelizzazione e che i vescovi devono “favorire e alimentare la comunione e la collaborazione tra tutte le realtà” delle loro diocesi:
“L’evangelizzazione, infatti, non è opera di alcuni specialisti, ma dell’intero Popolo di Dio, sotto la guida di Pastori. Ogni fedele, nella e con la comunità ecclesiale, deve sentirsi responsabile dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo”.
Di qui l’esortazione affinché a tutti, “siano presentati i contenuti essenziali della fede, in forma sistematica ed organica, per rispondere anche agli interrogativi che pone il nostro mondo tecnologico e globalizzato”. La realtà in cui viviamo, è stato il suo avvertimento, richiede infatti che “il cristiano abbia una solida formazione”. Il Papa non ha poi mancato di indicare il Concilio Vaticano II come inizio della nuova evangelizzazione, di una nuova Pentecoste:
“Gli effetti di quella nuova Pentecoste, nonostante le difficoltà dei tempi, si sono prolungati, raggiungendo la vita della Chiesa in ogni sua espressione: da quella istituzionale a quella spirituale, dalla partecipazione dei fedeli laici nella Chiesa alla fioritura carismatica e di santità”.
Fonte: Radio Vaticana