«Le chiese dovranno lavorare per proteggersi dalla possibilità di una tale controversia decidendo di non sposare più nessuno, fino a quando non ci saranno più denunce di discriminazione». Così Aidan O’Neill, alto consulente della Corona ed esperto di diritti umani, ha descritto le conseguenze paradossali dell’annunciata legalizzazione del matrimonio omosessuale.
I PRETI IN TRIBUNALE. A riportare i risultati del rapporto legale, commissionata dalla Coalition for Marriage (Coalizione per il Matrimonio), sulle conseguenze del sovvertimento di un istituto che ha segnato il diritto di tutti i paesi da millenni è il quotidiano inglese Telegraph di ieri (10 settembre, ndr). Si legge «che i genitori contrari all’insegnamento del matrimonio omosessuale non avranno diritto a chiedere l’esonero dei propri figli dalla lezione». Emerge che ogni decisione sulla ridefinizione del matrimonio «avrà conseguenze di enorme portata per le scuole, gli ospedali, il sistema delle adozioni e degli affidamenti e per gli uffici pubblici». Ma l’impatto maggiore sarà probabilmente avvertito «dai vicari e i preti che celebrano il matrimonio religioso e che potranno essere portati in tribunale per essersi rifiutati di amministrarlo».
LESA LA LIBERTA’ DI EDUCAZIONE. La promessa del premier David Cameron di introdurre il cambiamento entro il 2015 ha scatenato la reazione negativa tra alcuni parlamentari e gruppi cristiani. Ma non solo. Anche la Chiesa cattolica è in prima linea. Con una lettera inviata a 500 parrocchie scozzesi, la Chiesa sprona ad «opporsi all’attentato». Il Telegraph riporta anche le parole di Sharon James, una portavoce della Coalition for Marriage, per cui la legge rappresenta un «attacco senza precedenti alla libertà di educazione dei genitori. Questo è un sentiero pericoloso a cui occorre resistere. La ridefinizione del matrimonio schiaccerà brutalmente i diritti di coloro che ritengono che il matrimonio possa essere solo fra un uomo e una donna, anche se la persona è un insegnante, un genitore, una persona affidataria o un celebrante».
O’Neill ha esemplificato immaginando uno scenario in cui a un insegnante sia richiesto di usare un libro titolato King&King, la storia di un principe che sposa un uomo, e di produrre uno spettacolo basato sulla favola: «Ogni rifiuto rappresenterebbe una giustificazione per il licenziamento», a causa dell’impedimento legale per cui il credo religioso non può essere usato dai professori «in modo da chiedere esenzioni lavorative». O’Neill ha anche sottolineato che il diritto dell’obiezione di coscienza non basterà: «Se il matrimonio omosessuale sarà introdotto, la scuola avrà il diritto di rifiutare la richiesta dei genitori, per il fatto che promuovere l’uguaglianza è diventato un dovere legale a qualsiasi costo».
DISOBBEDIENZA CIVILE. Nel report si spiega che ogni promessa del Governo di proteggere le Chiese o chiunque si opponga al matrimonio gay sarà inutile: «I ministri potranno essere denunciati per discriminazione». Per questo, secondo O’Neill, l’unica via d’uscita per far valere la libertà religiosa e di coscienza sarebbe quella assurda del non sposare più nessuno. Ma questo potrebbe comunque violare la libertà religiosa, di culto e di coscienza dei ministri religiosi e di un uomo e una donna che chiedano di ricevere il sacramento. Perciò, se la legge dovesse passare, l’unica azione che non violi la libertà di coscienza resta quella della disobbedienza civile.
Benedetta Frigerio
Fonte: Tempi.it