La beata Anna Maria Taigi e il Purgatorio, di Don Marcello Stanzione

La beata Anna Maria Taigi fu un’umile madre di famiglia romana e  fu  favorita da Dio dei carismi più stupefacenti. Anna Gesualda era nata a Siena il 29 maggio 1769 dal farmacista Luigi Riannetti e da Maria Masi che dopo un grave fallimento finanziario dovette trasferirsi con tutta la famiglia a Roma. Nella capitale i genitori lavoravano come domestici ed Anna fu mandata in una scuola per fanciulle povere retta dalle Maestre Pie Filippine.

A tredici anni dovette iniziare a lavorare prima in alcune fabbriche e poi come cameriera presso una gran dama subendo il fascino della vita mondana condotta dalla nobildonna.

Nel 1790 sposò Domenico Taigi che era servitore presso la ricca famiglia Chigi. I due ebbero sette figli ma per ben tre volte ella patì per la morte di un figlio.

Conduceva una dura vita di lavoro e presto sentì il bisogno di un direttore spirituale. Dopo una delusione con un prete incontrò padre Angelo dei servi di Maria  che fu il suo confessore per molti anni. Rinunciò a tutti gli interessi mondani indossando gli abiti più modesti e pregando incessantemente mentre svolgeva i lavori domestici.

Per incrementare le misere entrate del marito faceva lavori di cucito e contemporaneamente si dava da fare per trovare denaro o alimenti per venire in soccorso a coloro che erano più miseri di lei.

Ogni mattina riuniva i familiari per le orazioni e coloro che partecipavano alla benedizione vespertina in parrocchia poi si incontravano  di nuovo per le preghiere serali e per la quotidiana lettura spirituale la vita spirituale di Anna raggiunse dei livelli mistici molto notevoli, ella era preoccupata dei pericoli diabolici che minacciavano le singole anime e la Chiesa.

Padre Angelo la mise in contatto con il cardinale Pedicini che la fece conoscere in giro come donna virtuosa capace di aiutare gli altri sul cammino della santificazione, infatti fu consigliera spirituale di san Vincenzo Pallotti,  san Gaspare de Bufalo e san Vincenzo Strambi oltre a numerosissimi vescovi e sacerdoti esemplari.

Il 26 dicembre del 1808 abbracciò come terziaria laica l’ordine secolare Trinitario, proclamandosi a vita umile serva della Santissima Trinità. Fino alla fine dei suoi giorni fu accompagnata da una sorta di sole luminoso nel quale poteva leggere gli avvenimenti futuri e leggere nelle anime dei vivi e dei morti.

Il suo angelo custode la istruiva in permanenza d’una maniera straordinaria e sensibile, ad anche non disdegnava di darle una mano nei compiti domestici, affinché fosse assicurata la buona condotta della casa.

E’ vero che ella aveva molto da fare, col suo bravo marito Domenico Taigi , una buona pasta d’uomo, ma indolente  come se ne vedono pochi, e tanto più esigente che rimase sempre molto preso dalla sua dolce consorte.

Fra gli straordinari carismi di cui Dio la arricchì e da ricordare che essa vedeva in una specie di palla luminosa avvenimenti passati, presenti e futuri. Grazie a questo “Sole” vi conobbe anche con assoluta certezza la sorte dei defunti, come anche la durata della causa delle loro pene riparatrici in Purgatorio.

La Beata vide un sacerdote, che per la sua grande attività, per le sue prediche  e il suo zelo era molto ostinato, che tuttavia fu sottoposto a gravissime pene in Purgatorio, perché egli aveva cercato la propria notorietà attraverso la sua predicazione invece che cercarvi la gloria di Dio.

Essa vide anche una sua amica che aveva avuto delle illuminazioni celesti e tuttavia fu purificata in Purgatorio perché non aveva taciuto dei suoi doni speciali.

Vide anche due anime di religiosi in Purgatorio dei quali uno era morto in concetto di santità e l’altro come apprezzatissimo direttore spirituale, ma il primo aveva dato troppa importanza al proprio giudizio ed il secondo religioso era stato troppo spesso distratto nel servizio sacerdotale .

Essa vide il conte X , morto da due giorni, il quale nonostante la sua vita sregolata e gaudente fù tuttavia salvato perché aveva perdonato a un suo nemico, il conte però dovette passare in Purgatorio tanti anni quanti ne aveva passato nel godimento mondano.

La Beata Anna Maria Taigi vide un laico assai noto per le sue virtù o credute tali, che fu condannato ad un penoso Purgatorio perché egli aveva sempre adulato le persone altolocate.

La Beata vide l’anima del defunto Papa Leone XII come un rubino che non era del tutto ancora purificato dalle fiamme.

La mistica vide spesso persone ricche, distinte, personaggi importanti della Chiesa, sacerdoti e religiosi precipitare nell’abisso dell’Inferno e tacque sempre i loro nomi e quando un monsignore le fece osservare in proposito che i dannati non hanno più alcun diritto a nostro amore, ella rispose : “Per i loro parenti e amici che sono ancora in vita sulla terra ne hanno tuttavia diritto!”.

La veggente scorse persone povere, umili , semplici come bambini andare direttamente in cielo dopo la loro morte e fra queste indicò un povero fratello cappuccino, un novizio gesuita e due sacerdoti missionari.

Se veniva a sapere che qualcuno alla sua morte, specie se sacerdote, lasciava molto denaro, essa scuoteva il capo e diceva : “ Ci sono tanti poveri da aiutare, la salvezza per gli sfruttatori del popolo è difficile da raggiungersi ”.

Durante il funerale del ricco cardinale Doria essa vide che le centinaia di Sante Messe che egli si era lasciato in testamento, non giovavano per niente alla sua anima ma andarono a vantaggio di altre anime abbandonate e l’anima del cardinale ricevette dei suffragi soltanto molto più tardi.

Mentre un giorno la Beata si stava confessando da Padre Ferdinando dell’Ordine dei Trinitari nella Chiesa di S. Crisogono a Roma ella gli disse : “Il Padre Generale del vostro ordine è stato ucciso insieme con i suoi frati in Spagna da soldati francesi”.

Ella descrisse anche con molta chiarezza e particolari i maltrattamenti che i due sacerdoti trinitari dovettero subire però aggiunse : “Le anime dei due martiri le ho viste salire in Paradiso”. Due mesi dopo due lettere dalla Spagna annunciarono la morte di quei religiosi esattamente come la Taigi l’aveva descritta.

Spesso delle anime del Purgatorio insistevano presso la Beata chiedendo il suo aiuto e la liberazione di queste anime costò sempre a Anna Maria una grande quantità di sofferenze e di dolori.

Per amore delle anime del Purgatorio la Beata si trascinava spesso con grandissimi dolori fino al cimitero per pregare sulla tomba dei defunti ed in particolar modo ella pregava per le anime dei sacerdoti e dei religiosi.

Anna morì il 9 giugno del 1837, dopo sette mesi di acute sofferenze e di grandi tribolazioni spirituali, all’età di 68 anni.

Domenico, che all’età di novantadue anni depose al processo di beatificazione, lasciò questa dichiarazione sulla moglie: “Accadeva spesso che al mio ritorno a casa la trovassi piena di gente. Immediatamente ella si congedava da tutti, fossero anche una nobildonna o un prelato, per prendersi cura di me con sollecitudine amorosa: ognuno poteva rendersi conto che faceva ogni cosa con tutto il cuore, mi avrebbe persino tolto i calzari dai piedi, se lo avessi permesso. In breve, era per me di consolazione e di conforto in ogni cosa […]

La serva di Dio sapeva come mettere ognuno a suo agio e lo faceva con una grazia che non mi è possibile descrivere. Spesso tornavo a casa stanco, di malumore e irascibile ma ella sempre sapeva addolcirmi e rallegrarmi”.

A diciotto anni dalla sua morte, durante la riesumazione del suo corpo, si scoprì che per tutto quel tempo era rimasto intatto e in stato di perfetta conservazione, come se fosse stata sepolta ventiquattro ore prima.

Anna fu beatificata da papa Benedetto XV il 30 maggio 1920 ed i suoi resti sono conservati nella chiesa di San Crisogono in Trastevere retta dai Padri Trinitari.

 

Don Marcello Stanzione

 

Fonte: La Milizia di San Michele Arcangelo